Il magma che fa tremare l’Appennino

La presenza di fluidi caldi nel Sannio-Matese potrebbe causare terremoti forti e più profondi
A rivelarlo è lo studio dell’INGV in collaborazione con l’Università di Perugia

La  ricerca dell’università di Perugia – Terremoti troppo profondi con onde sismiche stranamente simili a quelle delle zone vulcaniche. È questa l’anomalia delle scosse avvenute nel Sannio-Matese, nel dicembre 2013-2014, che ha portato alla scoperta di una sorgente magmatica in profondità sotto l’Appennino meridionale. Lo studio, pubblicato sulla rivista Sciences Advances, è stato condotto dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dal Dipartimento di Fisica e vulcanologia dell’Università di Perugia. In particolare, il team perugino, guidato dal professor Carlo Cardellini, si è concentrato sull’analisi delle acque sotterranee della zona: «Se il magma presente in profondità rilascia gas e fluidi, questi risalgono in superficie e incontrano l’acqua – spiega il professore – Siamo andati a vedere se le acque della zona mostravano queste evidenze».

Il magma dietro le scosse del Sannio-Matese – Le analisi hanno confermato l’ipotesi dell’INGV: non solo l’acqua risultava arricchita di anidride carbonica, il gas presente in maggiore quantità nel magma, ma era anche più calda di qualche grado rispetto alla norma. L’approfondimento dell’istituto ha dimostrato infatti che le scosse del Sannio-Matese erano state innescate da una risalita di magma nella crosta tra i 15 e i 25 chilometri di profondità. « È un’area a massimo rischio sismico, indipendentemente dal contributo che il magma può dare – sottolinea Cardellini – non dobbiamo aspettarci terremoti più forti di quelli che già ci sono stati in passato».

Il contributo dello studio a livello mondiale – La ricerca fornisce nuovi elementi per identificare le zone di risalita del magma nelle catene montuose di tutto il mondo e capire i meccanismi che contribuiscono alla generazione di terremoti. Lo stesso studio potrebbe essere esteso ad
altre grandi catene come l’Alpino-Himalayana, Zagros (tra Iraq e Iran), le Ande e la Cordigliera Nord-Americana.

Autore

Selene Rinaldi

Nata a Amelia (TR), l'11 novembre 1988