Marco Solari è un personaggio decisamente particolare. Nipote di Tomaso Buzzi, ha da lui ereditato il complesso della Scarzuola, la cittadella ideal-utopica che il celebre architetto costruì col tufo a Montegabbione, nel bel mezzo della campagna umbra.
La storia- Solari vive alla Scarzuola dai primi anni Ottanta quando, poco dopo la morte dello zio, si trasferì qui lasciando Milano, dove lavorava nel settore finanziario. «Una scelta di vita impegnativa – dice lui – ma non la rimpiango assolutamente. Per me è stata una boccata d’ossigeno».
Il custode- L’obiettivo che Solari si diede fu quello di sistemare il grandioso progetto dello zio e renderlo accessibile al pubblico. I lavori sono durati quasi vent’anni; poi, nel 2000, la Scarzuola ha finalmente aperto ai visitatori, con lo stesso proprietario a fare da anfitrione.
Non tutti, però, apprezzano. Più che l’atmosfera magica e surreale del luogo, è la personalità eccentrica della guida a disturbare qualcuno. Solari ci dice di avere una vera e propria rete di “hater”, cioè di odiatori che lo attaccano sul noto sito di recensioni Tripadvisor: a creare qualche imbarazzo ai visitatori è il suo stile pittoresco e tratti lunatico.
L’esoterismo- Fatto sta che, essendo casa sua, lui ha pieno diritto a comportarsi come crede, anche se poi attribuisce tutto quanto al “genius loci”: «La Scarzuola è un luogo particolare, non ha schemi. Chi viene qui deve essere flessibile, altrimenti rimane spiazzato».
Solari è anche un grande appassionato di esoterismo, come era lo zio d’altronde. Le sue spiegazioni della città buzziana partono sempre da riferimenti eruditi e a tratti misteriosi: parla di Jung, di Einstein, di Induismo, di dimensioni parallele. Punto di partenza e di arrivo del suo percorso speculativo è: «Solo il folle riesce ad avere il libero arbitrio, perché gestisce autenticamente se stesso». Tutto sommato, non fa una piega.