Il nemico invisibile: Perugia e le barriere architettoniche

Pendenze, marciapiedi stretti o assenti, carenza di rampe: il capoluogo umbro non è una città per tutti
L'associazione Zerobarriere: «Bisogna cambiare prospettiva e vedere il mondo con gli occhi di chi ha limitazioni motorie: solo allora vedremo gli ostacoli dei nostri centri abitati»

Strade diroccate, forti dislivelli e lunghe scalinate, spesso prive di rampe: sono caratteristiche che accomunano alcune delle principali città medievali umbre, da Perugia ad Assisi fino a Gubbio e Todi. Caratteristiche che si trasformano in ostacoli insuperabili se ad affrontarli sono persone con difficoltà motorie. Le barriere architettoniche nel nostro paese discriminano circa 6 milioni di persone secondo l’Istat: dagli anziani over 75, oltre due milioni e mezzo, ai più giovani (nel 2022 solo una scuola su tre è risultata accessibile agli alunni disabili). Nonostante l’Italia possa essere considerata all’avanguardia nel supporto e nell’integrazione delle persone con disabilità, restiamo indietro nella prevenzione delle barriere. Si tratta di una problematica spesso trascurata, che non riesce a essere percepita per la sua effettiva gravità. La gran parte degli ostacoli architettonici è «invisibile» agli occhi di tutte quelle persone abituate a osservare il mondo circostante soltanto dalla loro prospettiva.

A Perugia – Nel capoluogo umbro le barriere architettoniche sono onnipresenti. Un forte dislivello separa la periferia dal centro storico, area in cui si concentrano i maggiori luoghi di interesse. Le scale mobili del centro, che riescono a semplificare la salita della maggioranza della popolazione, non sono accessibili alle sedie a rotelle. Le strade vicine all’affollato Corso Vannucci, come via dei Priori o via Alessi, presentano delle pendenze tali da non poter essere percorribili autonomamente da persone in carrozzina. Per non parlare delle buche, che rendono dissestati anche gli spazi del centro, a partire da piazza IV Novembre. A questi ostacoli, evidenti a tutti, se ne aggiungono altri che non vengono mai considerati. Marciapiedi troppo stretti, o talvolta inesistenti come in via Angusta, che dà accesso al parcheggio Saba a pochi passi da piazza Matteotti. L’assenza di corrimani lungo le pendenze e la presenza frequente di gradini alti e senza rampe davanti a negozi, ristoranti e luoghi di primaria importanza come farmacie e supermercati.

Un nuovo piano – Lo scorso 18 febbraio la giunta regionale ha approvato l’attivazione di un bando, valido fino al termine del 2024, a sostegno delle iniziative mirate all’eliminazione delle barriere architettoniche. Il governo ha assegnato alla regione 175mila euro da destinare ai progetti dei comuni umbri che saranno selezionati, con la possibilità di ulteriori finanziamenti con le risorse regionali disponibili. L’obiettivo, come sottolineato dall’assessore alle infrastrutture, Enrico Melasecche, è quello di superare i ritardi nel processo di eliminazione degli ostacoli, aumentando il numero delle amministrazioni che dispongono di un piano di classificazione delle proprie barriere.

Soluzioni non soltanto economiche – Il percorso di eliminazione delle barriere architettoniche richiede investimenti economici, ma anche la presenza di una maggiore consapevolezza da parte di tutti i cittadini. Secondo Mario Tosti, presidente di «Zerobarriere», associazione onlus umbra, gli ostacoli devono essere resi evidenti attraverso un coinvolgimento più concreto degli operatori dell’edilizia. Progettisti, imprese edili, responsabili di cantiere devono essere informati e aggiornati, in modo da poter realizzare nel concreto uno spazio agevole, che non limiti le opportunità di nessuno.

Autore

Michele Carniani

Nato a Firenze nel 1999, laureato in Scienze Politiche, studi internazionali, presso l'Università di Firenze. Executive Master in giornalismo,“Scrivere e fare giornalismo oggi: il metodo Corriere", presso RcS Academy. Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.