Allarme sanità: entro il 2025 mancheranno 16mila medici

In Umbria mille medici pronti alla pensione. Si temono crisi ospedaliera e rischi per i pazienti
Pericolo per liste d'attesa, pronto soccorso intasati e perdita di competenze. Le cause: mancata programmazione, blocco del turnover, legge Fornero e Quota 100 in arrivo. La Regione non risponde

«Tempesta perfetta». Nell’ambiente medico è questo lo slogan che si sente ripetere parlando della crisi in arrivo. Mancata programmazione, blocco delle assunzioni, troppi pensionamenti. Tutto concorre all’emergenza imminente, riassumibile in un singolo dato: entro il 2025, in Italia, mancheranno circa 16.500 medici specialisti. Una carenza che aggraverà i problemi già esistenti: liste di attesa lunghissime, pronto soccorso intasati, perdita di competenze professionali, medici sempre più stressati.

Una crisi che viene da lontano – Secondo Maurizio Dal Maso, direttore generale dell’ospedale di Terni, paghiamo lo scotto della distorta programmazione degli ultimi 10-15 anni: troppi tagli, pochi i nuovi specializzandi. «Questo – aggiunge Dal Maso – da un lato ha permesso di mantenere l’assetto finanziario del sistema sanitario, ma dall’altro ha ridotto all’osso il personale ed ha prodotto carenze strutturali e problemi nell’accesso alle cure. Parliamo di criticità croniche, programmate. Queste sono morti annunciate».

L’onda delle pensioni – Accanto a questi problemi sistemici, gli effetti della Legge Fornero e Quota 100 rischiano di accelerare la crisi. L’esodo causato dal pensionamento massiccio dei medici del Servizio sanitario nazionale raggiungerà proporzioni drammatiche. Sulla base delle ultime stime, nei prossimi dieci anni in Italia andranno in pensione più di 52mila specialisti, circa il 50% degli attuali. Le nuove leve non basteranno a compensare la perdita. In Umbria si tratterebbe di circa mille pensionamenti, con un ammanco di più di 300 specialisti, il 15% del totale.

Fornero o Quota 100, cosa pesa di più? – Soltanto la Legge Fornero farà maturare nel triennio 2019-2021 quasi 20mila pensionamenti. Secondo Gilberto Vincenzoni, presidente dell’Associazione medici e dirigenti dell’Umbria, «la riforma Fornero inciderà più di Quota 100, che non dovrebbe avere molte adesioni. Anche perché non permette di praticare libera attività finché non c’è pareggio con l’anzianità massima di legge».

I reparti più in crisi – La tempesta non si abbatterà su tutte le specializzazioni con la stessa forza. Entro il 2025, in Umbria mancheranno soprattutto pediatri, anestesisti, chirurghi, internisti, cardiologi e ginecologi. Tutti settori-chiave delle gerarchie ospedaliere. «Anche senza contare i pensionamenti – spiega Domenico Barzotti, direttore del personale dell’Usl Umbria 1 – facciamo fatica a trovare questi specialisti. Le aziende lottano tra loro per prenderseli e talvolta i concorsi vanno a vuoto».

Perdita di competenze e gap generazionale – Il blocco del turn-over degli ultimi anni influirà anche sul trasferimento di conoscenze ed esperienze tanto necessario alla scienza medica. In Umbria, l’età media dei medici ospedalieri è intorno ai 53 anni. «Quando i più anziani andranno in pensione – dichiara Graziano Conti, presidente dell’Ordine dei medici dell’Umbria – i giovani perderanno molte figure di riferimento, e con esse un enorme bagaglio di competenze. I nuovi camici rischiano di non essere altrettanto preparati».

Le risposte assenti della Regione – Una tempesta, quella che sta arrivando, ampiamente prevista ma in parte ignorata. «Sono dieci mesi – afferma Vincenzoni, presidente Anaao – che a livello intersindacale abbiamo chiesto un incontro con l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini, ma non siamo stati ascoltati. Se questa è collaborazione, io la chiamo quantomeno diffidenza». Interrogato, l’ufficio stampa dell’assessore ha risposto solo due parole: «Lasciamo perdere».

Autore

Arnaldo Liguori

Nato a Genova nel 1992. Laurea triennale in Scienze Politiche. Laurea magistrale in Mass Media e Politica all'Università di Bologna, con una tesi di ricerca sulla disinformazione online in Italia. Ha svolto un periodo Erasmus a Vilnius, in Lituania. Oggi è giornalista praticante presso la Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.