Laudata si’ nocciola umbra

La tonda francescana, creata in laboratorio, sposa i Baci Perugina
Trent’anni di ricerca, poi il brevetto europeo e l’accordo per la sperimentazione nell'industria dolciaria: ora si punta a farla diventare un marchio d’eccellenza regionale

È pelabile, resistente, ma soprattutto umbra. La tonda francescana è il frutto di un innovativo progetto di filiera che coinvolge ricerca, agricoltura e impresa locale. Questa nocciola è stata creata in laboratorio per meglio rispondere alle esigenze dell’industria dolciaria. Nove enti pubblici e privati hanno sottoscritto di recente un accordo di sperimentazione con l’obiettivo di arrivare ad inserire, entro il 2023, la nocciola made in Umbria nella produzione dei famosi Baci Perugina. Marco Muratori, direttore dello stabilimento di San Sisto, spiega quale sarà l’impegno nel progetto da parte di Nestlé Italia:

Nata in laboratorio – La nuova varietà di nocciola nasce da un progetto di ricerca di lunga data guidato da Agostino Tombesi, docente di agraria all’Università di Perugia. Nel 1983 vennero condotti i primi esperimenti in laboratorio unendo la tonda Giffoni con la tonda Romana, due varietà già esistenti. Dagli incroci si ottennero i primi duemila semenzali e nei primi 5 anni vennero scartate tutte quelle piantine che avevano prodotto un frutto lungo, un germogliamento precoce oppure una maturazione tardiva. Al termine di un processo durato trent’anni dai duemila semenzali di partenza si è arrivati ad ottenere ‘solo’ 6 potenziali tipologie. I nuovi genotipi sono stati poi iscritti nel registro nazionale di varietà di nocciole italiano presso il Mipaaf  – ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali – e all’ateneo di Perugia è toccata la scelta di investire solo su quella con la maturazione precoce. La tonda francescana è così ribattezzata in onore del Poverello di Assisi. «L’obiettivo era di trovare una tipologia di nocciola che meglio rispondesse all’applicazione nell’industria dolciaria. – racconta la prof. Daniela Farinelli, docente di agraria che, insieme a Tombesi e al ricercatore Mirco Boco, ha guidato il team – E’ stato un percorso lungo ed oneroso che si è concluso solo con l’ottenimento del brevetto europeo».

La filiera – Utilizzando il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale – Feasr – nel febbraio 2019 la regione Umbria ha pubblicato il bando per il finanziamento delle prime due filiere di produzione. L’unità di ricerca dell’ateneo di Perugia ha dunque coinvolto un vivaio a Marsciano, gestito dalla fondazione per l’istruzione agraria, attivando il processo di trasferimento tecnologico per la moltiplicazione delle nocciole. E se nel primo anno si sono ottenute 100 mila piante, nel secondo le piante maturate ammontano a 200 mila. “Si tratta di un investimento importante ma la coltura darà i suoi primi frutti dopo 5 anni di attività in campo”, spiega Mauro Brunetti, presidente della Fondazione.

Nuove varietà’ – Non solo tonda francescana, è allo studio un’ulteriore nuova varietà di nocciola che si chiamerà tonda etrusca. Più morbida e friabile la tonda etrusca potrebbe avere un impiego nell’industria dei gelati. «Immaginate, durante un aperitivo, di prendere uno snack alla nocciola e di romperlo con le mani – rivela Daniela Farinelli – tale varietà sarà positiva per i produttori stessi perché la resa della sgusciatura è il parametro attraverso il quale viene pagato dai fornitori».
Il mercato sembra dunque rispondere positivamente alla ricerca in laboratorio e l’ateneo di Perugia è già pronto a richiedere il brevetto per altri 5 genotipi di nocciola.

Dettaglio di una pianta di nocciola tonda francescana

Autore

Claudio Agrelli

Nato a Saronno (Varese) il 1° agosto 1991. Laureato magistrale in Scienze Politiche - Mass Media e Politica presso Alma Mater Università di Bologna, campus di Forlì. Giornalista praticante del XIV Biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.