A febbraio, non senza dispiacere, Umberto Trotti ha dovuto lasciare la sua Ferentillo, in Valnerina. Lì, circondato da colli verdi e cullato dall’acqua della sua piscina, conduce da decenni un ristorante di pesce. Ma, per sette giorni, l’arte del cuoco umbro – guai a chiamarlo chef, «quelli mica si sporcano le mani in cucina» – si è trasferita nientemeno che a Sanremo, dove ha deliziato gli ospiti del Festival con i suoi manicaretti in grado di legare le tradizioni della nostra regione alla delicatezza della cucina di mare.
Sanremo – Le ciriole all’Umberto, che prendono il nome dal cuoco ternano, sono l’esempio perfetto di questo felice matrimonio: pasta fatta in casa, cozze, tartufo umbro e guanciale. O barbazza, in dialetto. «A Sanremo le hanno apprezzate tutti – ci racconta Trotti, mentre lo incontriamo a Ferentillo – è stata la stessa emozione di un bambino in un negozio di caramelle. Mi sono arrivati complimenti da moltissimi vip, ma io sono più che altro contento di aver portato un po’ di Umbria su un palcoscenico internazionale». Con lui, anche la moglie Fjorda Hamzai, pasticciera, che da anni accompagna il cuoco nel ristorante in provincia di Terni. «Sono riuscito a godermi anche qualche serata di Festival con lei – continua Trotti, sorridendo – ma, quando ho raccontato la notizia in casa, il più emozionato era mio padre, che si è visto tutte le edizioni di Sanremo».
Tradizioni di famiglia – Dal padre Carlo, del resto, tutto era nato qualche decennio prima, quando il ristorante era solo un negozio di panini e il successo televisivo un’ipotesi mai neppure sognata. «Avevamo solo un pallone per divertirci – racconta Umberto Trotti – e io, allora, mi distraevo in cucina. Avevo solo 14 anni». In poco tempo il cuoco ha imparato il mestiere, ha rilevato l’attività e ha dato nuovo respiro al ristorante. Fino all’intuizione social: qualche post divertente, il motto «andiamo all’assaggio!» e i follower in arrivo. Oggi ne conta oltre 70mila. Una platea che gli ha permesso di affacciarsi al mondo delle grandi emittenti televisive, prima Sky, poi Sanremo.
La parabola – Molte difficoltà, però, hanno intralciato il percorso di Umberto Trotti e famiglia negli anni. Una su tutte: l’incubo della Costa Concordia. Il 13 gennaio 2012, il cuoco era a bordo di quella nave per festeggiare le nozze con la moglie Fjorda. Con loro, anche i figli piccoli (al tempo 6 mesi e 2 anni) che rischiarono la morte nel naufragio. Ironia della sorte: proprio uno chef di Como, con il quale la famiglia mantiene oggi «un legame affettivo unico», salvò la loro vita trascinandoli sulle scialuppe di salvataggio. Oggi quella storia è solo un lontano ricordo: proprio negli anni che seguirono al disastro in mare, il ristorante è cresciuto permettendo al cuoco le prime ospitate in tv. E non è riuscito a fermarlo neppure il Covid, che Trotti ha pericolosamente contratto nel 2020. Per il proprio successo, il ristoratore confessa di «dover ringraziare la propria famiglia». Ci annuncia, facendo l’occhiolino: «Forse mi rivedrete ancora sugli schermi, non posso mica dirvi tutto tutto».