Libri, serie tv, podcast: l’inarrestabile successo del True Crime

Genere da sempre apprezzato, negli ultimi anni le storie di cronaca nera stanno vivendo un vero e proprio boom, dalla TV ai podcast
La criminologa Flaminia Bolzan avverte: «Non dovremmo condire di voyeurismo la semplice cronaca nera»

Basta aprire una qualsiasi piattaforma di streaming, che si tratti di video o audio non importa. Tra le categorie, talora sotto la dicitura ‘Documentari’, si trova un sottogenere che ormai affolla i cataloghi di qualsiasi sito, persino YouTube. È il True Crime, ovvero quel genere letterario, podcast e cinematografico in cui l’autore studia uno o più casi di cronaca realmente avvenuti e ripercorre nel dettaglio le azioni delle persone associate e colpite dagli eventi. I prodotti di questo tipo ormai sono tantissimi e hanno molto seguito: basti pensare che al terzo posto mondiale tra i podcast più ascoltati su Spotify c’è Crime Junkie, dedicato completamente a casi di cronaca nera. Un dato che vale anche per il nostro Paese: il podcast di Elisa True Crime (che conta più di 1 milione di follower su YouTube) è in cima alla classifica delle serie italiane più amate nell’ultimo Spotify Wrapped. Per non parlare dei giornalisti che si sono buttati sul settore, da Stefano Nazzi a Pablo Trincia. Ma da dove nasce questo successo? Lo abbiamo chiesto a due esperti del settore: Coltan Scrivner, ricercatore del “Laboratorio di Paura Ricreativa” dell’università di Aarhus, in Danimarca, e Flaminia Bolzan, nota criminologa e psicologa clinica e forense.

Il piacere del pericolo possibile – Il fattore su cui tutti sembrano essere d’accordo è il fascino di queste storie, legato al fatto che si tratta di rappresentazioni di crimini veri e conoscerne i dettagli ci aiuta a esorcizzare le nostre paure. «Le persone – spiega Scrivner – apprezzano il True Crime perché rappresenta come sono una persona o una situazione pericolosa. Dà allo spettatore e all’ascoltatore un’opportunità per immaginare cosa farebbe in uno scenario simile». Insomma, prosegue, «le nostre menti cercano opportunità sicure per imparare qualcosa su dei pericoli possibili».

Il ricercatore Coltan Scrivner
Il ricercatore Coltan Scrivner

Una passione con una storia lunga – «Il True Crime oggi è declinato sull’audiovisivo – racconta Bolzan – ma le storie di questo tipo hanno sempre appassionato i lettori. Basta pensare al grande successo di opere come quella di Conan Doyle, che creò il personaggio di Sherlock Holmes, o anche la letteratura giallistica di Agatha Christie». Si tratta di storie che ci permettono di «confrontarci con l’aspetto più oscuro dell’essere umano – aggiunge – spiando nel buco della serratura attraverso lo storytelling, anche perché seguirle attraverso la semplice cronaca giudiziaria è molto più crudo e meno semplice da tradurre per il fruitore».

La criminologa Flaminia Bolzan
La criminologa Flaminia Bolzan

Attenzione alle esagerazioni – Chiaramente, però, ci sono dei limiti. Quando si parla di infotainment di True Crime, soprattutto per i giornalisti è fondamentale limitare il proprio racconto a quello che è avvenuto senza arrivare al sensazionalismo. «Non dovremmo condire di voyeurismo la semplice cronaca nera – riflette la criminologa – ma ci sono anche dei prodotti che funzionano molto bene perché, ripercorrendo le vicende attraverso un attento studio degli atti giudiziari, permettono alle persone di riaddentrarsi nelle storie».

Ma chi segue il True Crime? – Questi racconti sembrano piacere un po’ a tutti. «Tante persone dalla provenienza più disparata si dilettano con i prodotti True Crime – commenta ancora Bolzan –. Ci sono signori e signore ultrasessantenni così come giovanissimi che attraverso questo genere scoprono anche vicende del passato che erano troppo piccoli per conoscere, se non addirittura non ancora nati». A volte diventa anche un modo per «rappresentarsi l’Italia di un determinato periodo attraverso i casi narrati» e scoprire vicende di un passato che non si è mai conosciuto.

Autore

Chiara Venuto

Classe '97, originaria di Messina, laureata in English and American Studies. Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di Giornalismo di Perugia.