«Per me è un privilegio poter fare questo lavoro»: è così che comincia la nostra intervista a Tommaso Crocchioni, fotoreporter perugino che da anni ormai gira per le strade dell’Umbria con la macchina fotografica in mano. Figlio di Pietro, che nei suoi scatti ha immortalato la storia di questo territorio per decenni, insieme al fratello Matteo oggi cerca di portare avanti l’eredità paterna, e lo fa con successo.
I princìpi di un lavoro difficile – «Devo tutto a mio padre, che con i suoi insegnamenti mi ha instradato alla professione – racconta – con i princìpi da seguire per riuscire bene, uno fra tutti la dedizione, visto che è un lavoro che richiede reperibilità 24/24h». Una professione che richiede tanto, per la quale bisogna fare delle rinunce. Ma il gioco vale la candela, o almeno è così per i Crocchioni. «Poter raccontare la cronaca di Perugia attraverso le mie immagini per me significa fare un servizio al cittadino – spiega Tommaso – perché ho la possibilità e la responsabilità di far conoscere accadimenti quotidiani, storie e luoghi a volte sconosciuti o inaccessibili e lasciare una testimonianza storica del territorio».
Lo strano percorso – In effetti scattare fotografie per le testate locali (e non solo) a volte vuol dire prendere percorsi meno scontati, scoprire località che non si erano mai viste, sicuramente macinare chilometri con la macchina. E non solo. Un aneddoto caro a Crocchioni, infatti, è quello che riguarda uno strano viaggio su due ruote. «Sono andato a fare un servizio al percorso pedonale del Tevere, verso ponte Felcino – ricorda – un residente aveva segnalato la mancanza di manutenzione sulla sponda del fiume. Arrivato a casa sua mi dice che il luogo non è lì vicino e (dato che il percorso era chiuso al traffico), dopo avermi chiesto come me la cavavo con la bicicletta, mi mette a disposizione una delle sue ed insieme a lui, pedalando, vado a fare il servizio con il mio mezzo “speciale” e inaspettato».
Superare gli inconvenienti – Insomma, a volte bisogna prendere strade diverse per poter raggiungere l’obiettivo finale: la fotografia. Si tratta di una delle sfide di chi fa questo lavoro. «A volte la difficoltà sta nel riuscire a superare gli imprevisti che possono capitare nel conseguire il servizio richiesto – commenta – Imprevisti che possono essere di qualsiasi genere e veramente infiniti», come appunto il dover fare un percorso con la bicicletta di un altro.
Qual è il segreto della fotografia perfetta? – Quando gli chiediamo quale sia la sua fotografia preferita, Tommaso sa già come rispondere, perché conosce bene qual è il significato del suo lavoro: «Non ce n’è una in particolare – afferma – tutte quelle riuscite bene e che hanno colto nel segno la notizia lo sono».