Sembra carne ma non è: a Perugia la prima azienda produttrice di fake meat

Un mix di farina di soia e lievito dà vita alla carne vegetale (diversa da quella "sintetica", vietata in Italia). Alla base una motivazione etica e di salvaguardia dell'ambiente.
Il fondatore Alberto Musacchio: «Nessun j'accuse nei confronti di chi consuma abitualmente carne, ma farò di tutto per far mangiare un prodotto che, pur sapendo di carne, costi molto meno all'ambiente».

Produrre la “carne” con la stessa tecnica con la quale si fa la pasta. L’obiettivo è di quelli ambiziosi: cambiare il “sistema” innestando la cultura plant-based sulla tradizione gastronomica italiana. È quello che fa Joy Food, la prima azienda italiana, e una delle poche a livello europeo, a produrre la cosiddetta “fake meat” con l’innovativa tecnica di estrusione messa a punto dall’Università olandese di Wageningen. È grazie a questo sistema che a Piegaro, vicino Perugia, con pochissimi ingredienti altamente proteici e un sistema termico simile a quello impiegato per la produzione della pasta, da tre anni si realizzano i prodotti della linea Food Evolution: i primi nel loro genere, tutti vegani, ma “al gusto di” pollo, pancetta e manzo, pensati sia per essere gustati da soli che come ingredienti da impiegare in preparazioni e ricette più complesse.

La tecnica innovativa – Questa è, insieme alla tecnologia impiegata per ottenerli, una delle caratteristiche principali che differenzia i prodotti made in Italy di Food Evolution dagli analoghi di derivazione americana come Beyond Meat. «La base di partenza è farina di soia ad alta concentrazione proteica – spiega Alberto Musacchio, fondatore di Joy Food -. La macchina estrusoria impiegata nella produzione stira la cellula proteica in un filamento che ci permette di ricostruire una struttura simile a quella della carne. È un processo ottenuto meccanicamente, senza l’aggiunta di addensanti o coadiuvanti tecnologici». L’azienda, a conduzione familiare, vanta partecipazioni internazionali e una lunga tradizione alle spalle nell’imprenditoria vegan.


Wrap vegetali con Pare Pollo di Food Evolution

Non il solito fake burger – Grazie alla tecnica importata dall’Olanda, straccetti di “pollo”, dadini di “pancetta” e spezzatino di “manzo” possono essere realizzati in Umbria con pochissimi ingredienti di partenza: farina proteica, olio di girasole, sale, estratto di lievito, aromi naturali. «La tecnologia che abbiamo sviluppato gelifica e termo-coagula la proteina: ciò significa che il prodotto ottenuto non si modifica più neanche in condizioni termiche e meccaniche particolari. Questo – sottolinea Musacchio – permette di ottenere alimenti molto versatili dal punto di vista culinario perché capaci di mantenere la propria struttura anche quando impiegati come ingredienti in altre ricette. Finalmente siamo riusciti a ottenere una consistenza molto simile a quella della carne e non cremosa o spugnosa come quella dei prodotti vegan finora presenti sul mercato».

Motivazione etica – «Leonardo Di Caprio, che non sarà uno scienziato ma dal punto di vista dell’ambiente sta cercando di fare molto, ha detto che l’atto più rivoluzionario che si possa fare è passare dal consumo di proteina animale a uno vegetale». Alberto Musacchio spiega così il principio alla base del suo prodotto: mettere in guardia dai rischi che il consumo abituale di carne comporta per il nostro pianeta. «Non voglio fare nessun j’accuse nei confronti di chi consuma abitualmente carne – conclude Musacchio – ma farò di tutto per farti mangiare un prodotto che, pur conservando il sapore della carne, costi molto meno all’ambiente».

Autore

Luca Capponi

Nato a Velletri nel 1998, è cresciuto a Roma, dove si è laureato in Giurisprudenza. Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.