ParaTrap: la nuova vita di Daniele grazie allo sport

La rinascita di Daniele Parrettini, 33enne di Castiglione del lago, argento mondiale di tiro al piattello per persone con disabilità
«In sedia a rotelle per un incidente in motocross: ho visto i miei limiti e i punti di forza, ora credo di nuovo in me»

La concentrazione e il silenzio. Gli occhi che si socchiudono e le mani che tremano sul grilletto. Poi il rumore assordante dello sparo. Appena il suono si dissolve, il cervello è invaso da un turbinio di pensieri: “Avrò centrato il bersaglio? Quanti punti avrò fatto?”. Alla fine, l’ansia lascia il posto alla tranquillità e alla soddisfazione: il tiro al piattello è uno sport che non concede tanto spazio ai ripensamenti o all’indecisione. Lo sa bene Daniele Parrettini, di Castiglione del Lago, che nel 2021 ha vinto l’argento ai campionati mondiali di ParaTrap, il tiro al piattello per persone con disabilità. «Grazie a questa disciplina ho ricominciato a vivere. Quando avevo diciott’anni – racconta – praticavo motocross a livello agonistico. Nel 2008 un brutto incidente durante una gara mi provocò una lesione spinale e mi costrinse in sedia a rotelle. Non avrei mai pensato di appassionarmi di nuovo ad uno sport».

La forza di reinventarsi – La storia d’amore con il ParaTrap incomincia nel 2016, quando Daniele si inscrive al campo di allenamento dedicato vicino al suo posto di lavoro. «L’idea mi è venuta totalmente a caso. Guardavo dalle finestre del mio ufficio e ho pensato: perché non cominciare a sparare?». Quell’intuizione così spontanea si è rivelata una vera e propria benedizione ed ha stravolto la vita di Daniele. Anni di duro lavoro e tante soddisfazioni, dal secondo posto ai campionato italiano fino all’argento mondiale.

Lo stop forzato – Daniele ha dovuto però mettere in pausa il suo sogno: il tiro al piattello non è uno sport economico e affrontare i costi del noleggio dell’arma e della carrozzina sportiva non è per tutti. «Ho uno stipendio da impiegato – confessa – e praticare il ParaTrap a livello agonistico lo prosciugava tutti i mesi. Tra l’iscrizione al campo, l’attrezzatura e, soprattutto, la sedia a rotelle dedicata mi trovavo in difficoltà con le spese di tutti i giorni. Purtroppo, il ParaTrap non è uno sport abbastanza “glam” da attirare sponsor». Così Daniele ha dovuto prendersi un anno sabbatico, allontanandosi dal sogno dell’oro: «Agli ultimi campionati ero arrivato a un piattello di distanza dal primo. Non potrò realizzare l’ambizione di essere in cima al mondo».

La rivincita –  Il ParaTrap ha comunque permesso a Daniele di conquistare la consapevolezza di essere rinato: «Dopo un trauma, come ad esempio una disabilità, lo sport ti dà nuovamente la consapevolezza di poter essere autonomo, di poter credere di nuovo in te stesso. Lo sport – racconta – ti costringe a confrontarti con i tuoi punti di forza e i tuoi difetti e, grazie a questa rinnovata conoscenza di te, puoi cimentarti in ogni sfida della vita».

Autore

Benedetta Macchini

Nata l'11 dicembre 1998 e originaria di Montecatini Terme, in Toscana. Laureata in Filologia Moderna all'Università degli Studi di Firenze, curriculum di linguistica storica, teorica e applicata. Praticante del XVI biennio della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.