Uso e rischi dell’intelligenza artificiale nel giornalismo

Nelle piccole redazioni consente di aumentare la copertura di contenuti
Lo studioso Charlie Beckett: «È un insieme di idee, tecnologie e tecniche che riguardano la capacità di un sistema informatico di eseguire compiti che normalmente richiedono l'intelligenza umana»

Uno studio dell’Ordine dei Giornalisti e di Alessia Pizzi, giornalista e consulente del progetto “Osservatorio sul giornalismo artificiale, giornalismo e intelligenza artificiale” spiega come l’IA viene usata nelle redazioni. Il New York Times impiega l’apprendimento automatico per decidere quanti articoli gratuiti mostrare ai lettori prima che raggiungano il paywall.

Un’emittente tedesca modera i commenti degli utenti. L’Associated Press la usa per fare liste di inquadrature dei video descrivendo chi e cosa c’è in ogni clip. In Corea del Sud l’intelligenza artificiale “Deep brain ai” clona i conduttori televisivi più amati, negli Stati Uniti alcuni giornali,
come il Wall Street Journal, usano gli algoritmi per scegliere quando gli utenti devono pagare gli articoli, altri, come il New York Times, per prevedere quali emozioni scaturiranno dalla lettura di un articolo. A Londra invece il Times analizza il comportamento dell’utente per realizzare strategie di contenuti guidati dai dati. In altre zone del mondo l’intelligenza artificiale non sarà solo nelle mani dei grandi editori ma confermerà la propria presenza anche nelle piccole redazioni dove consente di aumentare la copertura di contenuti automatizzabili come i risultati sportivi e le previsioni metereologiche.

L’intelligenza artificiale è stata definita da Charlie Beckett, direttore di Journalism.Ai, progetto di ricerca e formazione a cura del think thank Polis della London school of economics, come un insieme di idee, tecnologie e tecniche che riguardano la capacità di un sistema informatico di eseguire compiti che normalmente richiedono l’intelligenza umana. L’intelligenza artificiale pone il rischio di deep fake il quale, secondo Wikipedia, è «una tecnica per la sintesi dell’immagine umana usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti tramite una tecnica di apprendimento automatico».

Già nel 2019 le principali operazioni svolte nelle redazioni in collaborazione con l’intelligenza artificiale erano:

-la raccolta di notizie per migliorare le operazioni di monitoraggio dei trend e degli eventi e l’estrazione automatizzata di informazioni e contenuti da grandi database. 

-la produzione di notizie con strumenti di editing assistito, produzione di testi data-driven automatizzati o semi automatizzati. 

-la distribuzione delle notizie per migliorare la pertinenza e l’esperienza dell’utente sulla base del comportamento e delle abitudini dei lettori, anche nell’ottica di sottoscrivere abbonamenti. 

All’estero sono iniziati i primi esperimenti di redazioni che utilizzano Chatgpt-3 per produrre testi e Dall-e2 per il reperimento di immagini.

Autore

Cristiano Conti Papuzza

Nato a Roma il 15/06/1996. Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi "Roma Tre". Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.