Bastia nell’incubo alluvione: «Ancora nessun intervento sul Tescio dopo il disastro di giugno»

Tra le case di via Battaglia, allagate dall'esondazione di sei mesi fa. Gli aiuti bloccati dalla burocrazia, i residenti costretti a ripagarsi i danni
La Protezione Civile: «Ormai il territorio è compromesso: fatti lavori urgenti, ma servono interventi strutturali e non è chiaro chi coprirà le spese»

«In cinquantasei anni che abito qui, non era successo mai niente del genere!». A parlare è Bruno, residente in via Carmelo Battaglia a Bastia Umbra. A fine giugno un’alluvione lampo ha colpito il paese: il torrente Tescio è esondato, così come il Topino, coinvolgendo anche i comuni di Assisi, Foligno, Valtopina e Nocera. «Quella notte chi ha dormito? Siamo stati tutti a sistemare», ricorda Luca, vicino di casa di Bruno. Chi abita qui ha perso tutto: stanze intere della casa, mobili, pavimenti. Persino i muri sono da rifare, impregnati di fango. Interi appartamenti sono stati allagati, gli scantinati invasi dall’acqua, gli orti e le coltivazioni distrutti. E ora si vive nella paura che possa ricapitare di nuovo, perché di interventi strutturali non ne sono stati fatti.

I danni e l’assenza delle istituzioni – «Abbiamo perso tutto da un giorno all’altro», racconta Talida che, come i suoi vicini, ha dovuto ripagare i danni. «Ho buttato tutti i mobili, ma i lavori non sono finiti», spiega. «Per il minimo che ho fatto finora, ho speso intorno ai 5 mila euro, ma ce ne vorranno almeno altrettanti, senza contare i mobili». E c’è chi, come Luca, ha speso in tutto sui 30-35 mila euro, contando anche i costi della pulizia della strada, per cui ha dovuto rivolgersi a un servizio apposito. Tra i residenti di via Battaglia serpeggia lo sconforto: «Degli aiuti non hanno più fatto sapere niente, né dello stato di emergenza», dicono in molti. E anche i lavori sugli argini del torrente Tescio procedono a rilento: «Hanno detto che ci sarebbe stato un intervento ma poi non si è più fatto sentire nessuno».

Non sentirsi mai al sicuro – Di qui, la paura e un senso di pericolo ogni volta che piove: «Speriamo che almeno mettano in sicurezza la zona, così non avremo più problemi – prosegue Talida – due settimane fa siamo stati avvisati di spostare le macchine e metterci al riparo perché c’era di nuovo il rischio di esondazione del fiume. Non è successo niente, ma la paura c’è ancora». Quando c’è brutto tempo, racconta Luca, «mamma non dorme e papà è sempre preoccupato. I tombini si allagano sempre e siamo noi a pulirli, assieme ai nostri vicini: nessuno viene a sistemarli».

L’intervento della Protezione Civile – «È stato tutto abbastanza veloce, a Bastia non aveva piovuto così tanto quel giorno (di giugno, ndr) e per questo non ci eravamo resi conto subito della gravità della situazione», racconta Roberto Raspa, coordinatore della Protezione Civile di Bastia Umbra. Poi l’avviso dal comune di Assisi che c’era una grande quantità di acqua e che il Tescio aveva una portata eccezionale. «Ci siamo attivati con qualche minuto di anticipo ma, nonostante questo, non abbiamo potuto fare nulla: è stato tutto molto veloce». Per prima cosa, i volontari si sono assicurati che non ci fossero persone in grave difficoltà, poi hanno dato l’allarme ed è scattato tutto il meccanismo. Appena il fiume si è ritirato, sono iniziate le operazioni di pompaggio dell’acqua dagli scantinati. Inizialmente c’erano due squadre per i primi interventi, poi nel giro di un paio d’ore sono arrivati volontari da tutta l’Umbria. I lavori sono andati avanti per una settimana, per pulire tutto e togliere il fango.

La situazione è compromessa – Dopo l’alluvione di giugno, la situazione lungo il Tescio è diventata più complessa, «perché ormai il torrente è compromesso», spiega Raspa. Sono stati fatti i lavori urgenti ma, conferma che non ci sono stati interventi strutturali: «difficili in così poco tempo perché richiederebbero una pianificazione a lungo raggio». Senza contare che non è ancora chiaro chi dovrà coprire queste spese perché si è ancora in attesa di capire se sarà accolta o meno la dichiarazione di stato di emergenza. Finora ci sono stati dei sopralluoghi, ma alcuni interventi richiedono più tempo, soprattutto dopo che si saprà se i fondi saranno assegnati o meno. «Ogni volta che piove ci attiviamo subito – assicura Raspa – per tenere sotto controllo il torrente». Anche se bisogna dire che il rischio c’è: il territorio è ormai compromesso.

Autore

Chiara Dall'Angelo

Nata a Vicenza il 14/03/1997. Laureata in Lettere Antiche all'Università degli Studi di Padova e in Italianistica all'Alma Mater Studiorum di Bologna. Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.