Onlyfans, tutti i rischi della nuova frontiera del porno online

Dalla sextortion alla diffusione non consensuale dei propri contenuti: cosa può capitare e come rispondere legalmente
L'avvocato Florindi: «Dobbiamo rassegnarci ad essere vulnerabili: non pubblicate nulla che non vorreste vedere su un quotidiano»

«Credo che molti di noi sottovalutino le pericolosità del web. Gli utenti di internet sono più di cinque miliardi e un contenuto che finisce online è a disposizione di tutti». Da più di vent’anni l’avvocato Emanuele Florindi è in prima linea nell’analisi dei rischi e delle potenzialità del Web, a partire dal rapporto tra nuove piattaforme e privacy. «Dobbiamo rassegnarci – spiega – ad essere vulnerabili: per un nostro follower è facilissimo rubare e divulgare uno dei nostri post, basta uno screenshot. Non possiamo accettare indiscriminatamente le richieste che ci arrivano, perché ci esponiamo più facilmente a truffe o violazioni della privacy».

I pericoli nascosti – Secondo Florindi, la nascita di nuovi social (da Tik Tok a Onlyfans) ha aumentato esponenzialmente i rischi per gli utenti: «Spesso, quelli che navigano questi siti lo fanno con profonda ingenuità – spiega – ho molte cause di ragazzine che si sono rovinate la vita perché un loro contenuto hard su Onlyfans è stato diffuso». Il pericolo che il proprio materiale intimo venga rubato, da una piattaforma che conta 240 milioni di utenti, è concreto. Spesso, il materiale trafugato viene ripubblicato su dei siti porno gratuiti e aperti a tutti. Non solo: i contenuti vengono usati per creare dei falsi profili di escort per truffare i possibili clienti. Nei casi più gravi, le foto e i video solo la base per orchestrare le sextortion: si chiede alla vittima un riscatto per non divulgare i materiali.

Cosa fare per difendersi- Come spiega Florindi, agire legalmente in questi casi non è semplice: le foto o i video erotici pubblicati su Onlyfans non hanno la stessa valenza giuridica del materiale pornografico privato e divulgato senza consenso. Il contenuto di Onlyfans rubato è stato comunque prima pubblicato e volutamente condiviso: questo rende tali casi diversi da quelli di revenge porn. Infatti, di fronte alla diffusione non consensuale e illecita di materiale pornografico, il legale può ricorrere al 612 ter del codice penale, che prevede la reclusione da uno a sei anni o una multa da 5000 a 15000 euro. «Quando mi capitano casi del genere – spiega Florindi – preferisco appellarmi alla violazione dei diritti d’autore e cerco di mettermi in contatto con Google per far deindicizzare i contenuti incriminati».

La rete incontrollabile – Eliminare definitivamente un contenuto circolato su internet è praticamente impossibile. Con la diffusione di canali di messaggistica difficili da tracciare, come Telegram, la condivisione dei materiali rubati diviene inarrestabile: anche se rimossi in base ai diritti d’autore, i materiali possono essere di nuovo condivisi con un semplice link. «Molte ragazze si rivolgono a me- spiega Florindi – perché sono ancora perseguitate dalle loro foto rubate, anche anni dopo la chiusura del profilo Onlyfans» . Riassumendo, l’avvocato raccomanda estrema prudenza nell’usare la rete: «Io seguo una mia regola personale… non pubblico niente che non vorrei vedere pubblicato su un giornale nazionale! »

Autore

Benedetta Macchini

Nata l'11 dicembre 1998 e originaria di Montecatini Terme, in Toscana. Laureata in Filologia Moderna all'Università degli Studi di Firenze, curriculum di linguistica storica, teorica e applicata. Praticante del XVI biennio della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.