Smog a Ponte San Giovanni, l’Arpa: «Situazione nella media»

I dati pubblicati sul sito dell'agenzia: inquinamento sopra la media nella prima settimana del 2023
Marco Pompeo di Arpa Umbria: «Sforamenti dovuti al Capodanno, il "Nodo" potrebbe migliorare la situazione, ma mancano studi scientifici»

Cinque i giorni di sforamento dei limiti su sette: comincia così il 2023 di Ponte San Giovanni. I dati pubblicati sul sito dell’Arpa Umbria dicono che dal 1° al 4 gennaio 2023 e dal 7 in poi c’è stato un ampio sforamento della soglia degli elementi inquinanti, mentre il 5 e il 6 lo sforamento è stato più contenuto. Secondo Marco Pompeo, dell’Arpa Umbria, è tutto nella norma. «Sono tre le cause dell’inquinamento della frazione di Perugia va considerato che: è situata nella parte più bassa di una valle, è un’area urbanizzata e c’è la presenza di una arteria stradale che la percorre. Mentre gli inquinanti critici rilevati sono il particolato e in misura minore gli ossidi di azoto».

Come si spiega l’incremento di queste rilevazioni? «Le motivazioni del perché queste cose fondamentalmente dipende dal meteo perché le condizioni a contorno sono sempre le stesse in termini di emissioni. In questo caso la situazione di assenza di vento determina valori più alti di inquinamento. Ho notato che rispetto ad altre zone dell’Umbria come Narni o Amelia c’è per Ponte San Giovanni una tendenza maggiore al rosso e all’arancione».

Come si spiega questo fenomeno? «Le cause sono tre. Fondamentalmente la frazione è situata nella parte più bassa di una valle dove le situazioni di inversione termica si accentuano. Poi va considerato che è un agglomerato urbano e inoltre è presente una forte arteria che la attraversa».

Si evidenzia secondo i dati una presenza maggiore di alcuni inquinanti rispetto ad altri? «A Ponte San Giovanni l’inquinante critico è il particolato, poi in misura minore gli ossidi di azoto. Anche se negli ultimi anni abbiamo avuto un abbassamento di queste concentrazioni di polveri anche in virtù della modifica del parco circolante».

Dall’1 al 4 gennaio c’é una tendenza al colore rosso: c’entra il Capodanno? «Di fatto il 1° e il 2 del mese hanno influito molto i fuochi d’artificio di Capodanno. Che sono il principale fattore che ha determinato il superamento dei limiti. Inoltre perdurava una situazione di instabilità atmosferica. Si sono andati poi accumulando anche gli altri inquinanti. Non c’è niente di straordinario nel senso che questa è una tendenza che fondamentalmente avviene tutti gli anni. Succede questo in inverno con situazioni di instabilità atmosferica. Queste cose, come vede, non succedono solo a Ponte San Giovanni ma succedono a Gubbio, a Città di Castello, a Foligno e a Terni. Quindi non è che sia una novità».

Il nodo – Il “nodo” autostradale potrebbe migliorare la situazione? «Potrebbe migliorare la situazione, ma non è mai stato fatto uno studio approfondito su questo punto di vista quindi non c’è ancora una risposta scientifica».

Autore

Cristiano Conti Papuzza

Nato a Roma il 15/06/1996. Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi "Roma Tre". Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.