Il declino degli artigiani: in Umbria 7mila posti persi in 10 anni

Un tempo simbolo dei centri urbani, gli artigiani e le loro botteghe sono sempre meno
Il ceramista di Deruta: mancano manodopera, profili specializzati e non c'è ricambio generazionale

Gli artigiani diminuiscono sempre di più in Italia: -325 mila dal 2012. I dati dell’Inps hanno calcolato che nel 2022 erano 1.542.291. A Perugia gli artigiani calano del 20% nei dieci anni passati, in base a uno studio della Cgia di Mestre. L’Umbria è la quinta regione per decremento. Qui gli artigiani sono quasi 7000 in meno. Sono passati da 32.280 nel 2012 a 25.744 nel 2022.

Le ragioni – Quali sono le ragioni di questa tendenza? L’aumento dell’età media, l’insufficiente ricambio generazionale, la concorrenza della grande distribuzione e del commercio elettronico, l’incremento del costo degli affitti e delle imposte locali e nazionali, la diffusione dei prodotti usa e getta, la concorrenza dei negozi online che offrono il servizio di consegna a domicilio.

Sembrano essere spariti– Non ci sono quasi più corniciai, fabbri, falegnami, tappezzieri. I quali con le loro botteghe hanno dato identità ai centri storici in passato. I giovani sono sempre meno interessati a lavorare in questo settore e gli artigiani preferiscono chiudere la partita iva per lavorare come dipendenti nelle aziende. Però va considerato che aumentano gli acconciatori, gli estetisti, i tatuatori, i sistemisti, gli addetti al web marketing e al video maker e gli esperti di social media.

I dati di Palazzo Koch – Le stime della Banca d’Italia sul 2022 attestano che l’economia dell’Umbria continua a crescere. Il prodotto regionale aumenta del 3,6%. L’attività agricola ha recuperato quanto perso nel biennio precedente. Si notano l’espansione della spesa per gli investimenti e il comparto turistico è cresciuto con un livello di presenze superiore al passato. L’andamento dei consumi è positivo. Anche se il reddito delle famiglie si è ridotto in termini reali.

I dati della regione – Le statistiche della regione dicono che il tasso di occupazione 20-64 anni è del 69,9%. L’export nel 2023 si contrae del 3,7% rispetto al I semestre 2022. Le esportazioni di beni e servizi hanno un valore di 2,8 miliardi di euro. I prodotti dell’artigianato sono le lavorazioni in ferro, in ceramica, in legno, in oro e in tessuto.

Lo studio – Cna Umbria ha condotto uno studio sulle imprese artigiane locali. Tra il 2019 e il 2023 hanno chiuso 394 imprese. Nel 2019 erano 20.382 mentre nel 2023 erano 19.988. La diminuzione è stata dell’1,9%. Le flessioni maggiori si sono registrate nella manifattura con -320 imprese e nei trasporti -110 imprese. Gli addetti artigiani nelle costruzioni aumentano di 832, +5,5%.

1 impresa su 4 è artigiana – Il numero complessivo degli addetti si è ridotto di 576 unità, -1,1%. Di questi il 36,6% lavorano nelle imprese artigiane. La manifattura ha 1.146 addetti in meno, -5,7%. 1 impresa umbra su 4 è artigiana: nelle costruzioni il 70,5% delle imprese, nella manifattura il 65,5% e nei trasporti il 61,3%. Si deve considerare che in questa regione il 99% delle aziende ha da uno a cinquanta dipendenti. Le microimprese, quelle con meno di 10 dipendenti, sono il 94,4%.

Autore

Cristiano Conti Papuzza

Nato a Roma il 15/06/1996. Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi "Roma Tre". Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.