Media e cambiamenti climatici: sfide e incognite di un racconto complesso

Il giornalismo è chiamato a parlare del tema in tutti i suoi aspetti e allo stesso tempo a spronare il pubblico ad impegnarsi
Riccardo Iacona: «Indispensabile fare delle scelte tra combustibili fossili e rinnovabili: fino a quando potremo continuare a non fare nulla?»

Come viene trattata la crisi climatica nel nostro paese? E quale influenza esercitano le aziende inquinanti sui mezzi di informazione? Erano queste le domande al centro della riflessione che si è tenuta in Sala dei Notari, in occasione del Festival del Giornalismo. È intervenuto Riccardo Iacona, giornalista, autore televisivo e conduttore di Presa Diretta su Rai 3 assieme ad altre due ospiti: Stella Levantesi, giornalista climatica ed autrice, ed Elisa Palazzi, professoressa di fisica del clima dell’Università di Torino.

Raccontare la complessità – A margine dell’incontro, Iacona ha risposto a qualche domanda: «Io ho la fortuna di avere uno strumento per raccontare in profondità la complessità di questo tema, attraverso reportage lunghi, portando in prima serata le questioni ambientali». Non è una cosa scontata che i mezzi di informazione si occupino dell’argomento: per tanto tempo, in Italia, non se ne è parlato.

Unire le parti del racconto – Poi si è iniziato a parlarne dappertutto ma spesso in modo inappropriato e «senza cogliere la domanda radicale che il cambiamento climatico pone al mondo dell’informazione – spiega Iacona – cioè mettere in connessione di senso tutti i vari mondi che raccontiamo, non solo quello strettamente legato all’aumento esponenziale della temperatura, di cui si parla tantissimo quando la cronaca avanza con siccità e alluvioni, ma anche altre parti del racconto, che riguardano l’economia». Insomma, la crisi ambientale è un argomento trasversale, che riguarda tutti gli aspetti del nostro mondo, dall’energia alla giustizia sociale alla cultura. Per questo, bisognerebbe farne un racconto complessivo, senza trattarla di tanto in tanto, in occasione di episodi di cronaca, come gli eventi estremi.

La responsabilità della politica – Partendo dal ruolo dell’informazione nel racconto di questo tema, il giornalista allarga la sua prospettiva, sottolineando le grandi responsabilità della politica: «Il cambiamento climatico ci pone di fronte ad una sfida: non è possibile alcuno sviluppo che non sia contemporaneamente sostenibile e quindi la questione climatica dovrebbe attraversare tutte le politiche del paese». Come i giornalisti dovrebbero fare bene il loro lavoro nel trattare questo argomento, così la politica dovrebbe fare il suo, occupandosi soprattutto delle questioni energetiche. «È la Politica con la P maiuscola infatti – sottolinea Iacona – a decidere la direzione da prendere, per poi convincere l’opinione pubblica. E agli attori economici non resterà che adeguarsi alle decisioni politiche».

La battaglia delle lobby – «C’è una grande battaglia in corso, per la prima volta in Europa è stata messa una deadline, il 2050» aggiunte Iacona. «Si è posto un obiettivo, quello delle emissioni zero. È qui che si scatena la battaglia delle lobby: il mondo del gas e del petrolio, il mondo fossile, ha un abbrivio pesantissimo. Immaginare che la transizione energetica dalla piattaforma fossile a quella rinnovabile possa essere automatica è assurdo: ci saranno morti e feriti, politiche da prendere, investimenti da spostare. Ci sarà da fermare l’abbrivio, fatto da migliaia di chilometri di gasdotti, oleodotti, impianti di raffinazione ed estrazione di gas e petrolio che bisognerà riconvertire». In questa grande battaglia, la lobby del petrolio farà di tutto per ritardare questa trasformazione e sfruttare al massimo gli investimenti che sono stati fatti.

Fare delle scelte – È dunque indispensabile, secondo Iacona, fare delle scelte: non abbiamo i soldi per continuare ad alimentare l’industria del gas e del petrolio e allo stesso tempo lanciarci sulle rinnovabili. Ma intanto il tempo scorre, la temperatura del pianeta continua a salire e una domanda rimane sospesa alla fine della conversazione: «Fino a quando potremo continuare a non fare nulla?».

Autore

Chiara Dall'Angelo

Nata a Vicenza il 14/03/1997. Laureata in Lettere Antiche all'Università degli Studi di Padova e in Italianistica all'Alma Mater Studiorum di Bologna. Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.