
Cosa c’entra Dio con l’energia sessuale che muove il mondo? Se lo chiede Giovanni Scifoni, nel suo “Santo piacere. Dio è contento quando godo”, un one man show che ha registrato il tutto esaurito in molti teatri italiani. «Una domanda ha accompagnato la mia adolescenza: ‘Cos’ha a che vedere l’attrazione per le ragazze con la spinta verso il cielo e l’infinito?’» racconta l’attore romano in scena al Teatro Mancinelli di Orvieto lo scorso 12 marzo. Sul palco, nella lotta tra anima e corpo, amore e atti impuri, Scifoni fa un viaggio tra impulsi, desideri e sopravvivenza della specie, cercando di «non inciampare nelle mutande» e superare l’eterno conflitto tra fede e godimento.
Dalle domande al palcoscenico – «Ho creato questo spettacolo per narrare il percorso erotico-sentimentale di un giovane credente nel suo travagliatissimo percorso di formazione. E sì, sono proprio io» prosegue l’attore. Non uno spettacolo a luci rosse, ma una pièce provocatoria: «Il corpo è protagonista e abbraccia il fine ultimo dell’uomo, l’amore. Ho messo insieme le due cose su cui l’uomo si interroga: Dio e il sesso». Domande a bruciapelo e coinvolgimento continuo tra le poltrone del Mancinelli. La platea partecipa a un esperimento unico e irresistibile, avventurandosi tra vizi, ragioni e sentimenti della fauna umana. In un flusso di coscienza alto e allo stesso tempo comico, Scifoni fa rimbalzare papi e martiri, santi e filosofi, scimmioni primitivi ed eremiti del deserto, anni ’80 e Medioevo, dribblando continuamente la tentazione del corpo della danzatrice Anissa Bertacchini, che incombe sulla scena a intervalli regolari per distrarre i presenti.

Senza pregiudizi – Non è uno spettacolo hot, ma… liberandosi dai pregiudizi e luoghi comuni, l’attore si libera anche dei vestiti, e porta seminudo il pubblico a capire che piacere e coscienza non sono nemici. Anzi. «La carne attrae, perché di carne siamo fatti. Ma attrae anche Dio, perché da lui siamo fatti. E allora, una cosa non esclude l’altra, ma la arricchisce e la completa»: una riflessione a cui Scifoni è arrivato da adulto, dopo un’adolescenza e una giovinezza passata tra il richiamo verso l’alto e l’impulso verso la passione.

A teatro come a scuola – Una passione che va educata e guidata, specialmente per i ragazzi di oggi. È quello che cerca di fare la compagnia teatrale amatoriale Quatar e Quatar Vot, che ha partorito uno spettacolo rivolto agli adolescenti, un prodotto a metà tra arte scenica ed educazione sessuale. «Tutto è nato da una coppia di attori che si è trovata ad affrontare temi scottanti con la propria figlia di 14 anni», racconta Nadia: «da lì, l’ambizione di creare un canale di comunicazione con gli adolescenti, parlare ed educare alla consapevolezza della natura umana».

Una strada in salita – Non è stato facile però portare in scena lo spettacolo. Le scuole medie contattate hanno rifiutato con un timido imbarazzo, per non parlare degli oratori. La compagnia è riuscita a calcare la scena due sole volte: nella prima gli spettatori erano psicologi e terapeuti dell’età adolescenziale. La seconda, ha finalmente centrato il target: una ventina di scalmanati 15enni che insieme alle loro famiglie frequentano un circolo culturale del Monferrato. «All’inizio erano tutti rossi per la soggezione. Ma a metà spettacolo, si sono sciolti», racconta Nadia: «Così come in passato l’educazione civica ha dovuto superare certe resistenze, lo stesso accade oggi con l’educazione sessuale, anch’essa parte dello sviluppo integrale della persona».