Via della Viola, da “Bronx” di Perugia a capolavoro di street art

Turismo, arte, vita notturna: in dieci anni l'associazione Fiorivano Le Viole ha fatto rinascere una parte del centro storico
Il racconto di Sacha Deegan: “Era un luogo disgraziato, ora è punto d'incontro per artisti da tutto il mondo”

Un orso in giacca e cravatta, in piedi su un giradischi, con sullo sfondo il centro storico di Perugia. Siamo all’angolo tra via della Viola e via dei Cartolari: l’opera sul muro si chiama “Il Disc-orso”. È qui che ci incontra Sacha Deegan, uno dei fondatori di Fiorivano Le Viole, l’associazione che da ormai più di dieci anni si prende cura di quest’area e cerca di rivalutarla. Anzi, no. “Noi eravamo un posto disgraziato di Perugia perché non avevamo grandi attrattive culturali – spiega Sacha – ma non mi piace dire che facciamo rivalutazione dell’area, che significa?”.

sacha deegan
Sacha Deegan, uno dei fondatori dell’Associazione Fiorivano Le Viole, all’incrocio tra via della Viola e via dei Cartolari

Creare bellezza con la street art – Era il 2012, piena crisi economica. Alcuni ragazzi senza lavoro fondano l’associazione con lo scopo di rendere una delle vie storiche del centro più fruibile e meno degradata. “Un modo per creare bellezza attorno a sé”, spiega Sacha. Per farlo organizzano eventi culturali, musica e street art. Tutti gli attivisti vivono in quel gomitolo di strade che circonda via della Viola, interessati a prendersi cura di casa loro. “Volevamo fare qualcosa. Quando abbiamo cominciato questo progetto nemmeno io mi rendevo conto di quello che stavo facendo – continua Deegan – ma oggi via della Viola è un monumento, un’attrazione in sé che si trova persino in qualche guida stampata”.

Una trasformazione lunga dieci anni – Da quello che Sacha definisce un “luogo da schivare, buio e pericoloso, il Bronx di Perugia”, via della Viola è ora zona di passaggio costante di curiosi, turisti. Costellata di locali e ristoranti, è diventata anche luogo di ritrovo per i giovani perugini. Tutto è iniziato con una bottega d’arte chiamata “Braccia rubate”, creata da Francesco Capponi e Chiara Dionigi, che poi è diventata l’officina creativa di “Fiorivano le Viole”. “Tra di noi c’erano tanti artisti che volevano contribuire alla creazione di uno spazio attrattivo”, continua. Lo hanno scritto anche sul loro manifesto, che si trova sui muri della strada: “Siamo una cellula di resistenza creativa contro il degrado culturale e civile che attanaglia le nostre strade, i nostri luoghi, il nostro sentire”.

Luogo d’incontro per artisti di tutto il mondo – Oggi da muri, angoli, portoni, scale e persino qualche cornicione spuntano opere d’arte. Come quella che rappresenta un inedito San Giorgio contro il drago, opera del brasiliano Rogerio Puhl, in cui il santo è un bambino che protegge la città cavalcando una specie di grifo. O ancora il gobbo Igor di Frankenstein Junior, celebre film di Mel Brooks, che guarda il passante un po’ distratto insieme alla finta videocamera di sorveglianza dello street artist Jeppettu. Ma anche immagini meno inquietanti, come il bimbo che versa l’acqua in mezzo a un prato, che troviamo sopra una scalinata. Sotto una finestra, un robot suona la tromba su un palco: “Questo richiama il jazz, tanto sentito qui in Umbria – spiega Sacha – l’hanno dipinto due brasiliani, una coppia che abbiamo conosciuto e si è interessata al nostro progetto”. Sono Rodrigo Mafra e Natalia Calamari, due artisti che si trovavano a Perugia per un viaggio di quattro mesi: si sono innamorati di questo progetto artistico e hanno voluto lasciare il proprio segno. Accanto al loro murale, uno dei tanti fiammiferi che si trovano in tutta Perugia: è opera di Morcky, che ora coperto dai cosiddetti “tag”, gli pseudonimi usati dai graffitisti per identificarsi. Dall’altro lato ci sono una serie di disegni fatti con un pennarello. “Rappresentano l’interazione che c’è tra l’arte che portiamo noi e il resto della popolazione”, conclude Sacha. Il che rende, forse, tutto ancora più bello: l’opera finale è di tutta la comunità.

Autore

Chiara Venuto

Classe '97, originaria di Messina, laureata in English and American Studies. Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di Giornalismo di Perugia.