I cinghiali e i piccioni invadono le colture umbre: è emergenza

Sono a rischio le colture ad alto reddito, tutte le leguminose quali il cece, la lenticchia, il favino, lo zafferano e gli ortaggi come le patate
L'agricoltore può arrivare a subire la perdita dell'intero raccolto o della semina. Ad oggi non è stato fatto un monitoraggio sul numero dei cinghiali presenti in Umbria e pertanto non se ne conosce il numero

Da uno studio dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale in Italia negli ultimi anni è aumentata la presenza dei cinghiali, con conseguenti danni all’agricoltura. Nel periodo 2015-21 gli abbattimenti sono cresciuti del 45%: sono circa 300mila l’anno. Nello stesso periodo i danni all’agricoltura superano i 17 milioni di euro l’anno.

Le colture a rischio – Sono a rischio le colture ad alto reddito, tutte le leguminose quali il cece, la lenticchia, il favino, lo zafferano e gli ortaggi come le patate. L’agricoltore può arrivare a subire la perdita dell’intero raccolto o della semina.

I danni prodotti dai cinghiali – “In Umbria non si produce più mais perché i danni provocati dai cinghiali hanno reso la produzione anti-economica” è l’allarme di Andrea Palomba di CIA Umbria: mangiano le sementi in fase di semina della coltura e creano solchi importanti che vanificano il lavoro degli agricoltori. Un’altra criticità è la predisposizione di questi animali ad essere portatori del virus della peste suina africana che si propaga in caso di avvicinamento agli animali allevati.

I danni prodotti dai piccioni – I piccioni e le cornacchie provocano danni diretti in fase di semina dei cereali ma anche danni indiretti poiché contaminano il mangime degli animali d’allevamento.

L’assenza di un monitoraggio – La regione Umbria ha previsto la possibilità di far intervenire una squadra di cacciatori su richiesta del cittadino. Ma non sempre si riesce a garantire la tempestività dell’intervento. Ad oggi non è stato fatto un monitoraggio sul numero dei cinghiali presenti in Umbria pertanto non se ne conosce il numero.

Il ripopolamento – Gli agricoltori che subiscono maggiormente il fenomeno sono quelli che operano in zone di parchi regionali e aree protette. Alcuni anni fa sono stati introdotti nel territorio umbro cinghiali provenienti dall’est Europa tramite un’attività di ripopolamento, i quali poi si sono avvicinati alle città poiché hanno più cibo a disposizione.

Autore

Cristiano Conti Papuzza

Nato a Roma il 15/06/1996. Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi "Roma Tre". Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.