Dal Medioevo ad oggi: così ad Assisi rivive la musica di un’altra epoca

Luca Piccioni costruisce liuti nella sua bottega e li porta in concerto con l'Anonima Frottolisti. L'idea dell'Accademia di Arti Antiche
«Gli strumenti sono come figli: li devi lasciar suonare. Non possono restare in un museo: è come un viaggio nel tempo»

Alle pendici di Assisi, a poca distanza dall’imponente Basilica che abbraccia la Porziuncola di San Francesco a Santa Maria degli Angeli, c’è una piccola bottega. Per potervi accedere si passa di fianco a dei tronchi lasciati ad essiccare sotto a una tettoia. Sul tavolo da lavoro, matite, svariati righelli e una copia di un intricato rosone che attendono sotto la lente di ingrandimento. Dal soffitto pendono liuti dalle pregiate intagliature, legni diversi. Accogliente e un po’ caotica, questa è la bottega di Luca Piccioni, giovane liutaio assisano.

Primi passi in bottega – «Gli strumenti sono come figli: li devi lasciar andare e suonare. Non possono restare esposti in una teca al museo». Dal primo ingresso nella bottega di Vincenzo Cipriani, all’età di nove anni, passando poi per il conservatorio e il lavoro part-time da un restauratore, Piccioni ha coltivato la sua passione per la musica antica, facendone il proprio lavoro e diventando così uno dei più conosciuti liutai dell’Umbria. Ma il suo interesse non si limita al lavoro artigianale di costruzione degli strumenti: Piccioni, infatti, è anche un eccellente musicista. Liutista di professione, ha fondato e fa parte, al fianco di Massimiliano Dragoni, dell’ensemble Anonima Frottolisti, specializzato in repertorio medievale e rinascimentale.

Sospeso tra passato e presente – «C’è qualcosa di speciale e atavico nella musica antica: ha il potere di riportarti indietro», spiega. L’avvicinamento alla musica antica avviene sempre al conservatorio, studiando con la chitarra un repertorio originariamente pensato per il liuto. Di certo anche l’atmosfera medievale che si respira tra i vicoli di Assisi, patria della rievocazione del Calendimaggio, ha reso questo incontro inevitabile. «Si tratta di un vero e proprio viaggio nel tempo – racconta – mi affascina suonare il liuto davanti al camino e pensare che un’identica scena potesse avvenire secoli fa: così come quel fuoco, anche quella musica appartiene sia al passato che al presente».

Musica antica contemporanea – Eppure, in Italia questo settore è relegato agli amatori. La situazione è ancor più paradossale se si considera il caso dell’Umbria: nonostante buona parte dei manoscritti musicali a livello internazionale provenga da queste zone, l’attenzione per la musica antica resta scarsa. Colmare questa enorme lacuna è uno dei principali motivi che lo ha spinto, con Dragoni e altri soci, alla creazione dell’Accademia di Arti Antiche “Resonars”. «Si tratta di una scuola unica in Italia nel suo genere», spiega Dragoni, «che pone la musica medievale e rinascimentale all’interno di un più ampio studio sulle arti antiche che passa dalla storia all’arte, dalla filosofia alla tecnica». L’Accademia, con i suoi 11 insegnanti, propone quindi una formazione a 360 gradi: dai corsi di strumenti musicali antichi a lezioni di canto e danza, fino all’insegnamento dell’arte della liuteria all’interno del piccolo laboratorio. Il successo di questo progetto – testimoniato dalla partecipazione di numerosi allievi, che vengono appositamente da fuori regione e perfino dall’estero, e dai sold out registrati ai concerti organizzati dalla scuola – mostra che la musica antica non può essere relegata al passato: «Il fatto che i musicisti siano protagonisti del tempo presente – sottolinea Dragoni – rende la musica antica a sua volta contemporanea: non può, e non deve, restare impolverata, perché ha il potere di riportare dall’antichità un’emozione fin troppo attuale».

Autore

Teresa Fallavollita

Nata a Perugia il 29/02/1996 e laureata in Scienze Politiche e Storia all'Università degli Studi di Bologna. Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.