A Perugia, in Piazza Matteotti, un nugolo di rider è riunito davanti ai ristoranti. Qualcuno ha lo zainetto blu con la scritta “Deliveroo”, qualcun altro il borsone arancione di “Glovo”. Tutti attendono una notifica dalla app di riferimento, con l’incarico di effettuare una nuova consegna. Ma il lavoro tarda ad arrivare e qualche fattorino decide di lasciare la piazza per dirigersi in via Alessi. Qui si trova il circolo “Porco Rosso”, che ospita il primo “Pit Stop” per i rider perugini. «Il punto di ritrovo per i ciclo-fattorini nasce insieme al “Porco Rosso” nel 2019» spiega Luigi Chiapparino, rappresentante di NIdiL Cgil, che ha fortemente voluto la creazione del “Pit Stop”.
La Casa del Rider a Napoli- L’ispirazione per il circolo viene dall’esperienza napoletana della “Casa del Rider”, frutto dell’impegno di Antonio Prisco, sindacalista e fattorino che, quattro anni fa, era presente all’inaugurazione del “Porco Rosso”. «Antonio è morto nel 2021 e da allora continuiamo il suo lavoro per garantire ai rider attenzione e assistenza» racconta Chiapparino.
La vita del “Porco Rosso”- Prima dell’ora di pranzo o vicino alla cena, il “Porco Rosso” si riempie di ragazzi, zaino in spalla e telefono in mano, che scambiano quattro chiacchiere in attesa di iniziare le consegne. «Ma non solo ragazzi. Molti frequentatori del Pit-Stop sono uomini di mezza età, per i quali il fattorino è il lavoro principale» spiega Chiapparino. Qualche rider parcheggia la bici in uno dei due portabiciclette e ne approfitta per gonfiare le gomme, servendosi della cassetta degli attrezzi offerta dal “Porco Rosso”. Altri prendono un caffè o si rinfrescano con una bottiglietta d’acqua, sedendo sui divanetti rossi del circolo. «Quando fa freddo veniamo sempre qui. Se piove, al Pit-Stop troviamo dei kway per ripararci» sorridono due fattorini di “Glovo”. Oltre a questo, i rider al “Porco Rosso” possono trovare assistenza sindacale e un aiuto per la compilazione dei moduli Isee, offerti da due uffici dedicati. A un certo punto, i telefoni dei fattorini iniziano a suonare: arrivano le notifiche delle consegne da fare. In gruppo escono dal circolo, qualcuno va in bici, qualcun altro a piedi.
Il rifugio dei rider- «Noi del “Porco Rosso” siamo fieri di offrire ogni giorno un rifugio ai rider» conclude Chiapparino, «anche se il Pit-Stop è soprattutto un simbolo, per far capire che non lasciamo solo nessuno nel mondo del lavoro».