Le giornate del Bartoccio alla riscoperta del «donca»

Dalle satire in versi alle vignette ironiche alle canzoni della tradizione: il dialetto torna protagonista nelle due settimane di eventi che animano il carnevale umbro
Il perugino spopola anche su internet: 15 anni fa nasceva Wikidonca, dizionario online del folklore locale

«Forza freghi, c’è da fare un concorsone per ‘sto grande problemone: che ce fo co ‘ste buche? I quadrini non ce li ho. Chi ce mette dentro le cocce, chi vorria giocarci a bocce, chi piantarce l’insalata…». Riflettere con pungente ironia dei problemi del vivere quotidiano cittadino, senza rinunciare all’allegria carnevalesca. È questo lo spirito con cui quindici aspiranti poeti si sono approcciati alla ormai tradizionale gara di Bartocciate – satire dialettali in versi – al circolo Ponte d’Oddi.

Dodicesima edizione – La sfida a suon di sferzate poetiche è una delle più apprezzate e partecipate tra le tante iniziative per il carnevale 2023 delle giornate del Bartoccio, giunte ormai alla dodicesima edizione: sedici giorni, tra il 3 e il 19 febbraio, di incontri, spettacoli, canti, poesie e degustazioni culinarie a base di bartocciate dolci, le squisite frittelle con uvetta, pinoli e mandorle. Appuntamento di grande richiamo anche il contest di vignette canzonatorie sul tema “Vita da pedoni”. Il premio è intitolato a Marco Vergoni, l’illustratore perugino scomparso nel 2014 che con matita sapiente e ironica ha raccontato la città del Grifo e le sue maschere, prima tra tutte l’irriverente Bartoccio, sbeffeggiatore dei potenti. Non mancano nel calendario i momenti musicali, con una serata di canzoni in perugino del noto gruppo dei “CantaPerugia”.

Dialettando sul web – Con le giornate del Bartoccio, tra folklore e tradizione, il «donca» torna quindi protagonista. Ma curiosi e appassionati possono sempre divertirsi a riscoprire l’unicità del dialetto perugino grazie al dizionario online Wikidonca. Era l’estate 2008 quando Riccardo Cesarini, l’ideatore del progetto, all’epoca ventiquattrenne studente di Scienze Politiche, chiacchierando con un amico constatava una verità tanto ovvia quanto poco banale: «Esiste tutto su internet, tranne il dialetto». Così, quasi per caso, nasce il cliccatissimo portale, dove ciascun utente – come nell’originale Wikipedia – può dare il proprio contributo. Dopo 15 anni di vita fornisce traduzione ed etimologia di più di 2000 tra parole e locuzioni tipiche del «donca» (“dunque”, dal latino ad tunc). «Nel Medioevo, quando ha iniziato a svilupparsi – racconta Riccardo – era composto soprattutto da espressioni di sberleffo nei confronti del clero e da proverbi sulla saggezza popolare». Come questo: I corni enno come i dente: quanno spuntono fon male, ma pu ce se magna! (“Scoprire di essere traditi all’inizio fa male, ma col tempo ci si abitua”). «Oggi il dialetto è motivo di vanto – sottolinea Riccardo – è un peccato che rimanga patrimonio solo delle generazioni più anziane: chi parla l’italiano e il dialetto è a tutti gli effetti bilingue».

Autore

Enrico D'Amo

Originario di Piacenza, classe 1996. Laureato in Lettere all'Università di Torino. Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.