Il cibo, la mente, la malattia: Numero Zero, il ristorante oltre le barriere

Un'idea coraggiosa nata a fine 2018: molti dipendenti sono pazienti psichiatrici in cura nei centri di salute mentale dell'Umbria
“Con il lavoro combattiamo la loro solitudine” afferma l’ideatrice del progetto Vittoria Ferdinandi, nomina Cavaliere dal Presidente della Repubblica

Il Numero Zero di Perugia ha aperto a fine 2018 e ha dovuto fare i conti con sfide difficili. Non è infatti un ristorante convenzionale, anche se a primo impatto sembra un posto come tutti gli altri: più di metà dei dipendenti è in cura nei centri di salute mentale dell’Umbria.

Massima inclusione – «C’è una grande differenza tra i progetti su carta e le esperienze reali», spiega Vittoria Ferdinandi, 35 anni, proprietaria del ristorante. Grazie a questo progetto, nato con la collaborazione dell’associazione RealMente, è stata nominata Cavaliere dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Con il tempo le differenze tra i ragazzi in cura e gli altri si è assottigliata… ormai quasi non si percepisce più», spiega la giovane che ha deciso di dedicarsi al suo territorio.

Mai prendersi sul serio – L’approccio dei ragazzi del Numero Zero è particolare. Entrando nel ristorante si percepisce un clima leggero e sereno, ma non per questo poco professionale. «Curiamo ogni aspetto nei minimi dettagli – spiega Vittoria – e i clienti se ne accorgono. Nonostante tante persone del nostro staff vivano situazioni difficili, riusciamo a offrire un servizio di qualità». Questo modo di vedere le cose è evidente anche sui social: «Cerchiamo di scherzare sulla salute mentale, per alleggerire un po’ il carico, ma anche per avere un’inclusione sotto ogni aspetto». Per questo motivo il ristorante ha iniziato a vendere delle t-shirt a tema. Il segreto della sua fortuna passa anche dalla cura di questi dettagli.

Combattere la solitudine – La stragrande maggioranza dei pazienti psichiatrici vive la sua condizione in solitudine, rimanendo in casa per intere giornate, riversando il problema solo sugli affetti più vicini e senza coinvolgere la società in cui vive. Numero Zero cerca di rompere questa barriera, offrendo ai dipendenti un’esperienza “totalizzante”, come quella della ristorazione: «Spesso chi ha un disagio mentale non riesce a confrontarsi con gli altri – racconta Vittoria – e tende a isolarsi. Noi andiamo in contrasto con questa cosa, facendoli incontrare tra di loro e mettendoli alla prova in un mondo estremamente dinamico. Gli italiani pongono il cibo al centro del loro vivere sociale, per questo un ristorante, sulla carta, potrebbe spaventare i ragazzi. Alla prova dei fatti però, tutti si trovano benissimo qui».

Le difficoltà – La pandemia ha messo un freno al percorso del Numero Zero, che ha continuato a lavorare preparando cibo da asporto, ma ha perso momentaneamente quel rapporto con i clienti, ingrediente principale del suo successo. Vittoria racconta il momento difficile: «È stata dura ma non ci siamo persi d’animo. Ora siamo ripartiti bene e speriamo di non fermarci più. Questa situazione di incertezza causata dal Covid spaventa un po’ tutti, ma non dobbiamo farci travolgere».

L’incontro con Mattarella – Vittoria ha dovuto aspettare prima di incontrare il Presidente della Repubblica. La cerimonia di premiazione per i Cavalieri nominati nel 2020 è infatti stata annullata, per poi essere recuperata quest’anno. Per lei, e per coloro che lavorano a Numero Zero, è stata una grandissima emozione: «È importante che un uomo come il Presidente Mattarella inizi a premiare le realtà che non basano la loro esistenza sul profitto, ma sull’inclusione e sul coinvolgimento di un pezzo di paese che esiste, ma che troppo spesso è dimenticato da tutti».

Autore

Alessandro Ferri

Nato a Civitavecchia (RM) il 27/06/1994. Laureato in Comunicazione Pubblica e d'Impresa e in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.