Dante, il cammino del Paradiso passa per l’Umbria

Da Gubbio a Citerna: il progetto di Francesca Fantozzi collega decine di borghi sulle orme del sommo poeta per i 700 anni dalla morte
Stefano Brufani, docente di Studi Francescani: "Assisi per lui è la città della Salvezza"

«Dante doveva pur campà». Don Fausto Panfili, vicario generale della diocesi di Gubbio, Divina Commedia sotto braccio, ne traccia un ritratto con cui si entra subito in empatia. Esule errante, in cerca di lavoro, costretto a vendere la sua arte nell’eugubino: questo è uno dei ritratti del poeta, ma lungo il cammino dantesco in Umbria pensato da Francesca Fantozzi, molti sono gli spaccati di vita del fiorentino che si possono ritrovare.

La mappa del cammino dantesco

Il progetto– «L’idea di collegare tutti i luoghi di Dante in Umbria – spiega Francesca Fantozzi, presidente dell’Associazione Operatori del Parco del monte Cucco – mi è venuta molti anni fa. Ma soltanto ora, in occasione del 700esimo della morte del poeta, sono riuscita a realizzare questo progetto che oggi coinvolge 28 comuni della regione».  Da Citerna, a Terni, passando per Gubbio, Perugia ed Assisi, “Umbria Paradiso di Dante” stringe in una rete di cammini i luoghi della regione citati nella Commedia o che hanno un qualche tipo di rapporto con il suo autore. «Quando ho presentato il progetto – racconta Francesca – molti comuni pensavano di non averci nulla a che fare». Poi però, tra le righe della Commedia, ecco saltar fuori un particolare, un oggetto o una storia comuni sia al borgo sia a Dante.

Il primo cerchio – Il comune di Costacciaro, nel primo cerchio del cammino dantesco in Umbria, borgo medievale arroccato ai confini nord-est della regione, diede i natali a Nallo de’ Guelfoni. Nobile di origine germaniche dalle spiccate capacità politiche, divenne Capitano del Popolo a Firenze nel 1302, proprio nel momento culmine della lotta intestina tra guelfi bianchi e guelfi neri. «Con molta probabilità – sottolinea lo storico Euro Puletti – fu Nallo, nel 1302, ad emettere la sentenza di esilio per Dante». Tutto suggerisce che i due si conobbero a Firenze e, ironia della sorte, molti insinuano che Dante finì, esule, per cercare ospizio proprio nei luoghi di origine di chi lo bandì.

Il fiume Chiascio nel Paradiso – «Le descrizioni di questi luoghi nel Paradiso sono così accurate – sostiene Alessandro Giachetti, assessore di Scheggia e Pascelupo, dalle sponde del fiume Chiascio –  che tutto suggerisce che Dante passò da qui: se veramente fu accolto a Gubbio dall’amico Bosone nel 1318, questo era l’unico passaggio per la città». Camminando lungo le rive del fiume citato nell’XI canto del Paradiso, a piedi del borgo di Costacciaro, sembra di vederlo il poeta, gravato dal peso dell’esilio, dirigersi verso l’eugubino e registrare nella sua mente le impressioni di quella vallata che avrebbe poi descritto nella Commedia.

Dante e il Poverello – I paesaggi umbri sono elegantemente dipinti nell’XI canto del Paradiso e vengono utilizzati per disegnare la cornice al personaggio di San Francesco. «Dopo aver citato il fiume Chiascio, il Tupino, Perugia, Gualdo e Nocera – spiega il professore esperto di studi francescani Stefano Brufani – svela Assisi, il luogo di origine della salvezza». Il Santo umbro, tanto ammirato dal Poeta, assicura così alla regione un posto in Paradiso.

Autore

Arianna Papalia

Nata a Catanzaro il 29/10/1993. Consegue una laurea in Lingue e Civiltà Orientali presso l'Università di Roma "La Sapienza" e un double degree in "China and Global Studies" presso la Beijing Foreign Studies University di Pechino e l'Università degli Studi di Torino. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.