Quando avere un lavoro non basta: i limiti del sistema d’accoglienza italiano

A Recanati (Mc) è attivo il progetto Pomerium che punta all'integrazione di rifugiati e richiedenti asilo nel territorio leopardiano
Anna Mambretti, volontaria di Refugees Welcome: «Se non si concedono affitti agli ex-migranti è difficile farli diventare parte integrante della comunità»

AlHaj Moahamed Adam Bare, 21 anni e origini sudanesi, è arrivato in Italia nel 2017 attraverso la cosiddetta “rotta libica”e nel 2018 è diventato un beneficiario di “Pomerium”: non l’antico confine di Roma, ma un progetto coordinato dal Comune di Recanati, in provincia di Macerata, e finanziato dal Ministero dell’Interno nell’ambito del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai).
«All’inizio – racconta AlHaj, quando ci incontriamo al giardino comunale vicino piazza Giacomo Leopardi – stavo a Camerino (un altro comune maceratese, ndr) con un altro progetto. C’erano poche persone, molti anziani, non mi trovavo bene. Recanati, invece, mi ha subito fatto una bella impressione». Il Gruppo umana solidarietà (Gus), l’ente che allora gestiva “Pomerium”, lo aveva inserito in uno degli appartamenti in affitto, viveva insieme ad altri 3 ragazzi e ognuno di loro aveva a disposizione circa 20 Euro a settimana per le spese. «Le giornate – continua AlHaj – si dividevano tra il corso di italiano alla biblioteca comunale e la ricerca del lavoro. Con l’aiuto di Cristina (Persichini, operatrice che allora lavorava al Gus, ndr), ho fatto un colloquio per un tirocinio da pizzaiolo in un pub e mi hanno preso».

Nonostante il lavoro, nel 2019 AlHaj si era ritrovato senza casa: non poteva prorogare la permanenza nell’appartamento di “Pomerium” e nessuno gli concedeva una camera in affitto. La svolta fu l’intervento del gruppo Refugees Welcome (RW) Macerata: la volontaria Anna Mambretti gli trovò posto a casa di una famiglia recanatese composta da madre, padre e quattro figli. «Con loro – afferma AlHaj, molto emozionato – ho stretto un rapporto che non dimenticherò mai». Questo ulteriore anno di ospitalità diede ad AlHaj il tempo di trasformare il tirocinio come pizzaiolo in un contratto di apprendistato di 3 anni e, tramite la famiglia ospitante, di trovare la camera in affitto dove vive oggi, in un appartamento con altre 3 persone situato nel corso principale. Ormai gli manca poco per finire l’apprendistato, vorrebbe prendere la terza media e trovare il momento giusto per far venire in Italia anche sua moglie, Rawi, una ragazza di 19 anni. «In futuro – dice AlHaj – vorrei cambiare lavoro, spostarmi in una città più grande per avere nuove opportunità. Per ora, però, voglio restare a Recanati: ho molti amici ed è una città tranquilla». Il contratto della casa è a nome di un suo coinquilino e il permesso di soggiorno in Italia gli scadrà nel 2023. Secondo Anna, la volontaria di RW, se la tendenza a negare affitti agli stranieri con un passato da migranti non cambia, il rischio che AlHaj si ritrovi di nuovo senza una sistemazione stabile rimane alto.


AlHaj Moahamed Adam Bare e Anna Mambretti

“Pomerium” è stato attivato nel 2016, su iniziativa della precedente amministrazione comunale. A marzo del 2021 il progetto è stato rinnovato per altri 3 anni, con un finanziamento massimo di 1.313.000 Euro. Due sono stati i cambiamenti: la Cooperativa sociale onlus Marche (Cooss) ha sostituito Gruppo umana solidarietà (Gus) come ente responsabile dei fondi e il numero dei beneficiari, tutti ragazzi tra i 18 e i 30 anni, è diventato di 15 alla volta, non più 20. «Anche noi – racconta Sascha Smerzini, operatore della Cooss dal 2005 – notiamo che la difficoltà più grande per i rifugiati è trovare un posto dove stare alla fine del periodo di accoglienza». La sfida con i pregiudizi, quindi, si scatena soprattutto quando i ragazzi escono dall’ambiente sicuro del progetto. Finché sono dentro, sono spronati a interagire con gli altri cittadini, a integrarsi nelle attività della città. Come spiega Sascha, è questo il valore in più dell’accoglienza diffusa. «I 3 appartamenti che affittiamo – dice – sono tutti nel centro di Recanati. I ragazzi possono rimanere per un periodo che va da 6 mesi a un anno, durante il quale stringono rapporti con i vicini che alla fine si affezionano. In questo modo evitiamo l’effetto “Hotel House”». Sascha si riferisce all’edificio di 17 piani e oltre 400 appartamenti, situato nella zona sud del vicino comune di Porto Recanati, divenuto nel tempo una sorta di ghetto verticale. Gli inquilini, per lo più di origine straniera, sono stati gradualmente marginalizzati rispetto al resto della popolazione, gli episodi di degrado e micro-criminalità sono aumentati fino a generare un’immagine negativa e distorta di chi abita quella zona.

Per riscattare esempi come questo, servirebbero più iniziative accoglienti in piccoli territori, che facciano da apripista anche per le grandi città. Le Marche, in questo senso, sono su una buona strada. Secondo il report Sai 2020 di Anci, l’ente regolatore dell’odierno sistema di accoglienza, la regione è decima per numero di posti disponibili: 1.292 in totale, una cifra importante considerando la conformazione territoriale e la prevalenza di comuni piccoli e medi. Il progetto “Pomerium”, nello specifico, da maggio 2021 – non è stato possibile risalire a dati precedenti al passaggio dal Gus alla Cooss Marche – ha accolto già 16 ragazzi, di cui uno trasferito altrove e due usciti sia dal circuito di accoglienza sia dal territorio recanatese. Rimagono 13 beneficiari attualmente in carico alla Cooss Marche che, tra le altre cose, ha voluto attivare per loro un corso aggiuntivo di italiano in collaborazione con l’Arci di Recanati. «Cerchiamo – dice Simona Di Massimo, insegnante e membro del direttivo Arci locale – di fornire quanti più strumenti di integrazione possibile, ma alcune volte servirebbe più aiuto psicologico. Capire l’italiano non basta». Il sistema di accoglienza deve rafforzarsi in termini di supporto umano e logistico e non può basarsi solo sulla volontà di agire dei singoli, che pure non manca, come provano i dati forniti dalla responsabile di Refugees Welcome Macerata, Annalisa Ubertoni: «70 richieste di ospitalità ancora da valutare e 50 possibili famiglie ospitanti». L’attuale assessore alle politiche sociali di Recanati, Paola Nicolini, in merito al futuro di “Pomerium” dichiara: «Se il Ministero degli Interni continuerà a stanziare fondi, saremo felici di continuare il progetto» e il primo passo in questa direzione potrebbe essere dare ancora più fiducia a questi ragazzi, possibili futuri cittadini italiani.

Autore

Elettra Bernacchini

Originaria di Recanati (MC), laureata in Semiotica all'Università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di giornalismo di Perugia.