Anche in Umbria si prega Krishna: viaggio alla fattoria autogestita Sankirtana Dham

In una fattoria vicino Fabro, in provincia di Terni, un gruppo di Hare Krishna vive in ritiro
Christian, addetto alle divinità: «Viviamo rispettando ogni essere vivente, tra moderazione e castità»

Quando la strada provinciale 108 supera Fabro e Ficulle, in provincia di Terni, diventa sterrata e si ferma davanti a un cancello sormontato da due aquile di pietra. Il cartello all’ingresso recita: “Iskon. Sankirtana Dham”. Siamo in uno dei 2 centri dell’International society for Krishna consciousness riconosciuti in Umbria: sono 8 in Italia, centinaia nel mondo.

La comunità – In questa fattoria nella campagna umbra vive una «comunità agricola autogestita» di cui Vincenzo (Bhakti Shakti Prabhu è l’appellativo da devoto) è il capo spirituale. Si è stabilito qui nel 2013 insieme alla famiglia e un gruppo di persone. Anche il precedente proprietario del podere era vicino al movimento Iskon. «Prima facevamo base a Catania, alle pendici dell’Etna – racconta Christian (Krishna Rupa Das, ndr), originario di Modena e ora addetto alla cucina e alle divinità -. Viaggiavamo con un ‘Tempio itinerante’ (un furgone contenente gli altari delle divinità, ndr), secondo la tradizione del predicatore errante. Tuttora siamo solo ‘ospiti’ della fattoria: non ‘possediamo’ in senso materiale». La loro filosofia si riassume in un distico: «Vita semplice, pensiero elevato». La comunità, raccontano, è composta da 12 persone tra adulti e bambini: 19 contando le famiglie devote del circondario. Il silenzio è rotto solo da rumori naturali. Tutti sono impegnati nel lavoro nei campi. «Dall’Umbria – continua Christian – ci spostiamo facilmente ovunque e per noi è fondamentale: giriamo per le città e distribuiamo libri sulla cultura vedica. È la nostra principale entrata economica».

Uno degli altari divini del Tempio di Sankirtana Dham, Ficulle (TR)
Le foto ritraggono il fondatore del movimento Iskon,
Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Vita Hare Krishna – In realtà molte cose, comprese alcune statue del Tempio, arrivano a Sankirtana Dham tramite donazioni, così come accade per altre comunità di devoti. Infatti, il movimento Iskon è una Ong religiosa riconosciuta a livello internazionale. «Con il programma ‘Food for life’ – spiega ancora Christian – distribuiamo pasti vegetariani in tutto il mondo, per combattere fame e povertà». Sul rispetto degli esseri viventi, il divieto di assumere sostanze eccitanti o intossicanti (compresi tè e caffè) e il divieto di avere rapporti sessuali occasionali si fonda la vita del vero devoto di Krishna. «Io stesso – ammette Christian, che ha iniziato a praticare nel 2004 – ho impiegato del tempo ad abituarmi. È stata una collega, quando lavoravo come stagionale a Viareggio, a introdurmi al movimento. Ho iniziato a recitare il Maha-mantra (la preghiera degli Hare Krishna, ndr) e a poco a poco ho capito quanto mi faceva bene».

Christian e gli altri devoti di Krishna si occupano anche di alcuni animali tra cui le mucche: per loro sono sacre, come in India

Libertà di scelta – Tra loro i componenti della comunità si chiamano Prabhu, “maestro” in sanscrito: ognuno impara sempre qualcosa dall’altro. «Ogni devoto – dice ancora Christian – può decidere se vivere in ritiro, come noi, o mantenere un altro lavoro. Se istruire i propri figli a casa o mandarli a scuola. Se vaccinarsi contro il Covid o meno: personalmente preferisco non farlo, ma non impongo la mia scelta agli altri». Non c’è un’effettiva dottrina. «Ciò che il nostro primo maestro, Bhaktivedanta Swami Prabhupada, ci ha indicato (fondatore del movimento nella New York del 1966, ndr) – conclude Christian -, è la via per sconfiggere la paura della morte. Dobbiamo superare la dimensione materiale della vita».

Autore

Elettra Bernacchini

Originaria di Recanati (MC), laureata in Semiotica all'Università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di giornalismo di Perugia.