La crisi senza fine della stampa umbra

In dieci anni vendite crollate e giornalisti del settore dimezzati. Giornalismo di qualità, svecchiamento delle redazioni, collaboratori esterni e l'importanza del web, quali possono essere le chiavi per una ripresa
Davide Vecchi, direttore del Corriere dell’Umbria): "Giornalisti imborghesiti. Qualità per salvare i giornali". Giuseppe Castellini (ex Giornale dell’Umbria): "Il web deve essere la priorità. Scegliere il proprio pubblico è necessario". Le idee dei due direttori per rilanciare la stampa locale

Sempre meno vendite e in dieci anni più che dimezzato il numero di giornalisti: da 100 nel 2009 a 49 nel 2019. Ѐ questa la profonda crisi che il mondo della stampa umbra sta vivendo. Una spirale negativa che porta a prodotti di qualità sempre inferiore e dai guadagni sempre più risicati. Una lenta agonia che rischia di portare alla morte dei giornali. Sopravvivere non è però impossibile. Fare carta stampata in Umbria nel 2021 non è un business fallito in partenza.

Diffusione giornali locali in Umbria di Filippo Monetti

Redazioni da ringiovanire e poca fiducia verso i giornalisti – Il Corriere dell’Umbria è rimasto negli anni il giornale più diffuso sul territorio, risultando quello che in percentuale ha perso il minor numero di lettori. «Lo svecchiamento delle redazioni è necessario per ridare nuova linfa ai giornali». Davide Vecchi, direttore del Corriere dell’Umbria, sottolinea uno dei principali problemi che affliggono oggi la carta stampata. «Spesso siamo noi giornalisti a mettere ulteriormente in difficoltà il nostro mondo – dice Vecchi – nella mia esperienza ho notato come in Umbria molti professionisti si siano “seduti”. Hanno perso entusiasmo e voglia di fare il proprio lavoro e la qualità crolla». Secondo Vecchi la chiave per ridare spinta alla stampa è un prodotto di maggior qualità, ma questo deve partire dal lavoro dei giornalisti locali, quelli a più stretto contatto col territorio: «Oggi quando si legge un giornale si dubita della veridicità delle notizie – sottolinea Vecchi – I giornali locali possono aiutare la stampa ad uscire da questo abisso. Per farlo però servono giornalisti affamati, che vogliano offrire un prodotto sempre migliore».

Diffusione giornali locali in Umbria di Filippo Monetti

Diffusione giornali locali in Umbria di Filippo Monetti

Web, potenziale inesplorato? – Per ovviare alle sempre maggiori perdite della carta stampata, le varie testate sono state costrette a potenziare il proprio comparto web. Secondo Vecchi però il web, nonostante sia necessario, sarebbe debole senza il supporto della controparte in edicola. «In Umbria, specialmente per una questione demografica, è la stampa a trainare il web – sottolinea – Lo notiamo anche con gli inserzionisti pubblicitari. Si cerca sempre più la carta rispetto al web. Senza giornale il web faticherebbe a restare in piedi». La pensa diversamente Giuseppe Castellini, ex direttore del Giornale dell’Umbria, chiuso nel maggio del 2016 a seguito del fallimento del Gruppo Editoriale Umbria 1819 Srl, editore della testata. Secondo lui infatti anche i giornali locali dovrebbero iniziare a lavorare con l’idea di mettere il web al primo posto: «Non dovevano limitarsi ad avere un sito web dove scrivere le notizie in presa diretta – spiega Castellini – oggi le notizie si apprendono online mentre il giornale deve avere un ruolo di approfondimento e commento. Una sorta di settimanale quotidiano».

Scegliere il pubblico e rendere il proprio giornale “unico” – Oltre ad una digitalizzazione, necessaria per la sopravvivenza dei giornali cartacei, Consolini sottolinea come sia obbligatorio dare ad ogni testata una propria identità ben definita. «Quando ero direttore del Giornale dell’Umbria è stato il primo problema che ho dovuto affrontare. Dovevamo differenziarci dagli altri – dice – oggi se dovessi tornare a capo di una testata mi porrei la stessa domanda». Per Consolini un giornale deve scegliersi un proprio “core business”, una nicchia di pubblico a cui fare riferimento, a cui puoi costruire attorno e poi far crescere il tuo prodotto editoriale. Un semplice giornale locale di stampo generalista non paga più. «Per far funzionare la carta stampata è necessario cambiare approccio. Non devi cercare di fare un giornale generalista, sperando che piaccia a tutti – spiega Consolini – ma è necessario scegliere dei temi centrali su cui poggerà il giornale e fidelizzare quella fetta di pubblico. Una cosa che in Umbria oggi non vedo. Forse è per questo che la crisi della stampa non si arresta».

Autore

Filippo Monetti

Nato a Bologna il 11/09/1996. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.