Posterna tra abbattimento e risarcimenti: la telenovela senza fine dei palazzi di Spoleto

Sui condomini costruiti nel 2005 pende un ordine di abbattimento della magistratura. Il Comune non esegue, ma i residenti ora chiedono i danni
Bandini, Legambiente: «Non siamo contro le novità, ma quelle palazzine non dovevano essere costruite vicino alle mura medioevali»

Una serie di palazzine a schiera ad uso abitativo sorte nei primi anni Duemila lungo l’omonima via di Spoleto: i palazzi della Posterna sono condominii a tre piani, da anni al centro di una polemica che vede protagonisti le associazioni contrarie alla loro edificazione da una parte, l’impresa edile costruttrice e le amministrazioni comunali dall’altra.

Il seme della discordia – In questo caso, le critiche di associazioni e comitati come Italia Nostra, Salviamo Spoleto e Colli Spoletini non sono giustificate da ragioni estetiche. «Ammetto di non averli mai chiamati ‘ecomostri’» dice Simonetta Bandini, presidente della sezione locale di Legambiente: «Il problema non è la loro presunta bellezza. La verità è che sorgono in una zona di elevata rilevanza storica e archeologica della nostra città». La schiera di palazzine, infatti, segue in parallelo lo stesso perimetro delle mura medievali, un tempo erette a difesa della città, superandole in lunghezza e in altezza.

Le mura medievali che sorgono a pochissimi metri dai condomini della Posterna

Un’annosa questione – 15 mila metri cubi, tre edifici con altrettante torri alte rispettivamente 18, 16 e 14 metri. Le vecchie mura, invece, non raggiugono neanche i 5 metri di altezza. «Quando i lavori sono iniziati nel 2005 – prosegue Bandini – i comitati dei cittadini non si erano opposti a priori alle novità». In quella fase a Spoleto era in corso la costruzione di una serie di infrastrutture per la mobilità sostenibile cofinanziate dal Ministero dell’Ambiente, come le scale mobili, che portano dritte alla piazza del Duomo, a due passi dalla Posterna. «Quelle opere sono state importantissime per la nostra città. Ma non si è mai capito perché, nello stesso periodo, all’interno di questa vasta opera di ricostruzione urbanistica, l’amministrazione decise di consentire anche la costruzione di alcune palazzine ad uso abitativo, per di più a fianco delle mura medievali» sottolinea con amarezza Bandini, che era presidente di Legambiente Spoleto già allora. 

Aspettando Godot – Dopo varie denunce presentate in tribunale dalle associazioni impegnate a difesa del territorio, la soluzione non è ancora arrivata. Da ultimo, la corte d’Appello di Firenze ha ordinato al comune di abbattere le palazzine. L’amministrazione di Spoleto, però, non ha ancora dato seguito alla sentenza, per la soddisfazione dei residenti delle palazzine, che intanto hanno presentato una richiesta di risarcimento danni allo stesso comune perché, secondo loro, non avrebbe ancora provveduto ad una sanatoria dell’intero complesso residenziale. Resta solo da capire cosa farà il nuovo commissario prefettizio della città, Tiziana Tombesi, insediatosi nel marzo 2021. Il prefetto, per il momento, ha solo promesso che, durante la sua amministrazione, si impegnerà «a cercare una soluzione che possa soddisfare tutte le parti in gioco».

Autore

Luca Bianco

Nato a Benevento il 19/12/1993. Laureato in Relazioni Internazionali e specializzato in Studi militari all'Università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.