L’Umbria in diretta: tv e radio in cerca di sponsor

Le emittenti radiotelevisive locali soffrono la crisi economica. Franco Allegretti, ex Tele Galileo: «Politica e istituzioni locali indifferenti alla nostra chiusura»
L'Umbria conta 8 televisioni e 19 radio locali. Andreoli, UmbriaTV: «Le entrate pubblicitarie sono ai minimi storici». Luccioli di Radio Gente Umbra: «Dove sono finiti gli editori?»

Terni – Franco Allegretti, presidente della società editrice di Tele Galileo, è amareggiato ma non demorde. A marzo di quest’anno la storica emittente televisiva, che dal 1978 ha raccontato cronaca, calcio e politica di Terni e provincia, ha restituito le sue ultime frequenze allo Stato, spegnendo definitivamente le trasmissioni via etere. «È una sconfitta per la città, non solo per l’informazione – dice Allegretti – stiamo cercando di costituire una nuova cooperativa con le realtà solidali per salvare la testata». Tele Galileo, secondo Allegretti, è rimasta schiacciata tra «soffocanti» leggi sull’editoria e la mancanza di introiti pubblicitari. «In più – continua Allegretti – Terni ha pochissimi rappresentati in Regione e la fine di Tele Galileo è passata in sordina negli ambienti istituzionali». Quattro persone sono state licenziate negli ultimi anni e i soci della cooperativa Galileo hanno iniziato a lavorare gratuitamente, così da tenere attivi la radio e il sito web. Secondo i dati Co.Re.Com, senza Tele Galileo il panorama televisivo locale è composto attualmente da 8 emittenti, due delle quali – ReteSole e TeleAmbiente – in Umbria hanno solo la sede operativa mentre quella legale è nel Lazio.

Perugia – La maggior parte di queste televisioni locali trasmette su aree provinciali, solo tre coprono effettivamente tutto il territorio regionale. La perugina Umbria TV, in onda sul canale 10, è una di queste. Nel 2020 si è unita a TRG, il vicino canale 11, ed insieme sono entrate nel gruppo Umbria Televisioni srl. Il neo direttore, Giacomo Marinelli Andreoli, parla di una scelta lungimirante per il rilancio delle due reti.  «Le persone preferiranno sempre vedere la notizia piuttosto che leggerla – dice – ma non significa potersi sedere sugli allori. Gli ultimi 18 mesi hanno azzerato le entrate pubblicitarie: se l’economia non riparte, non potremo tenere le redazioni e di conseguenza i programmi». Oggi il gruppo UmbriaTV-TRG è una delle emittenti private più corpose: tra giornalisti, amministrativi e tecnici conta una quindicina di persone. Durante la pandemia, Umbria TV ha garantito copertura mediatica alle partite di calcio per i tifosi che non potevano andare allo stadio, uno sforzo produttivo ricambiato in parte con il passaggio di categoria sia del Perugia sia della squadra ternana. Il punto forte del giornalismo locale è proprio essere in campo h24. «Per raccontare – afferma Andreoli – non basta avere un’immagine buona. Stare sul territorio è difficile. Formare i giornalisti dentro le redazioni è importante proprio per salvaguardare anche la qualità dell’informazione, oltre ai posti di lavoro».

Foligno – Il ruolo di fucina giornalistica è vero anche per le radio, che in Umbria godono mediamente di una salute migliore rispetto alle cugine della TV. Sempre secondo dati del Co.Re.Com, sono 6 le emittenti radiofoniche con sede in provincia di Terni e addirittura 13 in quella perugina. Tra queste c’è Radio Gente Umbra, l’emittente diocesana di Foligno, nata a metà degli anni 70, che è rimasta l’unica ad avere una redazione fisica in città. Fabio Luccioli, che dal 2017 ne è direttore, racconta che il problema dell’informazione umbra non è dei fruitori: lo dimostra il fatto che il portale online RGU notizie, lanciato 7 anni fa, è arrivato ad avere «quasi 2 milioni di contatti al giorno» nel 2020. La crisi, semmai, è a monte: mancano editori capaci di investire. «In momenti di difficoltà economica  – dice Luccioli –  chi aveva un’azienda e una testata ha preferito salvare la prima. In generale, poi, attira di più il pacchetto sito web più radio, perché il riscontro economico è più tangibile». Per RGU, rimanere l’unica davvero in loco è stato un vantaggio indiscutibile, ha permesso l’assunzione di Luccioli e altre due collaboratrici mentre altre emittenti chiudevano. Senza una sana competizione tra testate però non è la stessa cosa. «Penso a mio fratello che lavorava al Giornale dell’Umbria e ora sta a casa – conclude Luccioli – come lui, troppi colleghi faticano a trovare stabilità. Non è giusto».

Autore

Elettra Bernacchini

Originaria di Recanati (MC), laureata in Semiotica all'Università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di giornalismo di Perugia.