Bitcoin: futuro o fantascienza? Costi e vantaggi della moneta digitale

Il miner: "Ho iniziato per gioco, poi ho investito più di 100mila euro. Pago 1500 euro di bolletta elettrica al mese, ma accumulo criptovalute per lasciarle ai miei figli"
Bistarelli, Università di Perugia: la tecnologia blockchain fondamentale per la cybersecurity e la lotta alla contraffazione

«Sono una persona molto curiosa e il mio primo lavoro non c’entra niente con le criptovalute. Ho imparato da autodidatta, anche se un investimento di centomila euro non è proprio uno scherzo». A parlare è S.Q., che preferisce restare anonimo per tutelare la sua impresa. Ha 34 anni e ha iniziato a “minare” monete digitali nel 2018, quasi per gioco. Nel linguaggio tecnico si chiama “miner”, minatore, perché “estrae” criptovalute utilizzando la tecnologia “blockchain”. Il “minatore” compra pc o schede video che lavorano giorno e notte per elaborare algoritmi complessi. Più questi sono complicati e più sicura è la blockchain. Il sistema permette di custodire miliardi di informazioni e per questo necessita di energia continua. I miner acquistano gli strumenti che servono per minare e pagano di tasca propria la bolletta dell’elettricità che consumano (in Italia i costi sono stellari), in cambio vengono retribuiti con moneta digitale.

La miniera in casa «Per due anni sono rimasto un miner domestico. – racconta S. – poi ho comprato 100 schede video, uno spazio in un capannone e l’ho attrezzato con una ventola e un sistema di areazione che tiene la temperatura costante. Al mese pago circa 1500 euro di energia elettrica». Le criptovalute non sono solo Bitcoin: ce ne sono di moltissimi tipi, con valori e utilità diversi. Ether e Wozx, per esempio, si sono fatte strada nell’olimpo nelle monete digitali. Con queste si compra un panino da Subway e Burger King, si acquista su Amazon o si soggiorna al lussuoso Dodler Grand di Zurigo. Si può anche volare, la compagnia privata Surf Air, ad esempio, accetta pagamenti in criptovaluta. La blockchain ha quindi applicazioni reali nella vita di tutti i giorni: «C’è una piattaforma antifrode basata su questo sistema, – dice S. – che certifica la validità degli annunci online per la vendita di auto». Lui non ha intenzione di smettere di minare, anzi è convinto che le monete digitali siano il futuro: «Non voglio venderle o convertirle come fanno alcuni. Le accumulerò per i miei figli, a loro di sicuro serviranno».

A cosa serve la blockchain – «Questo sistema può supportare le procedure dei privati ma anche della pubblica amministrazione – spiega Stefano Bistarelli, docente di cybersecurity all’università di Perugia – perché tutto quello che viene inserito in blockchain è immodificabile nel tempo, quindi per esempio appalti e bandi di gara sarebbero sicuri».  Un altro esempio riguarda i trasporti: «Acquisto il biglietto del treno e ho un contratto con l’azienda ferroviaria. Se il treno è in ritardo di più di 30 minuti, automaticamente mi viene inviata la criptovaluta come risarcimento».

quattrocolonnenews · Il prof. Bistarelli spiega Bitcoin e Blockchain

I progetti dell’Università – Il mondo della blockchain è in rapida espansione, ma gli strumenti per normarla e declinarla in diversi settori lavorativi non corrono altrettanto veloci. L’Università di Perugia prova a supplire a questo ritardo, lavorando su due binari: «La cybersecurity è il primo punto – spiega Bistarelli- studiamo i movimenti delle criptovalute usate per pagare ad esempio il “riscatto” chiesto dagli hacker che con dei virus bloccano un dispositivo e poi chiedono denaro in cambio». Il secondo punto riguarda le frodi: l’università ha lavorato con Agrifood per tracciare e certificare la filiera dell’olio, proprio grazie all’utilizzo di tecnologie informatiche basate sulla blockchain.

Criminalità – Bistarelli chiarisce che il sistema della blockchain è sicuro. Fare un discorso generico sulla sua pericolosità è rischioso: «La tecnologia è inclusiva in tutte le direzioni, da un punto di vista sociale, ma anche nel mondo criminale. Va detto però che solo una piccola percentuale dei traffici illeciti utilizza criptovalute. Il denaro contante resta finora, il mezzo principale per la criminalità».

Quanto è sostenibile la criptovaluta? –  La tecnologia guarda al futuro, ma forse non considera i retroscena ambientali. I detrattori della moneta digitale parlano di “impatto ambientale enorme”, oltre che di strumento di speculazione finanziaria che permette a pochi grandi giocatori di
manipolare il mercato. Basti pensare al colosso cinese: obiettivo emissioni zero entro il 2060, ma a minacciare l’ambizioso traguardo c’è proprio la criptovaluta. La Cina estrae infatti più del 75% dei Bitcoin mondiali e quando raggiungerà l’apice, le emissioni legate alla sua estrazione saranno il 5,41% della produzione di elettricità dell’intero paese.

Autore

Greta Dircetti

Nata a Padova nel 1995. Laureata in Governo delle amministrazioni all'università di Padova e in Mass media e Politica all'università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.