Giulia Vernata, quando lo sport è più forte della malattia

Perugina, classe 2000, ha già vinto tre titoli regionali nel tiro a volo. Tra i suoi sogni le Paralimpiadi di Parigi 2024
La campionessa: “Per i medici mi restavano 3 o 4 anni, ma lo sport mi ha aiutato a superare tutto: è la mia vita e mi rende felice”.

Giulia ha solo vent’anni. Nata a Perugia, risiede a Magione, piccolo comune sulla sponda orientale del Lago Trasimeno. È campionessa di tiro a volo ed ha all’attivo già tre titoli regionali (universale, olimpico e trap 1) nella categoria Ladies. «Mi sono interessata a questo sport fin da piccola. Così mi hanno invitato a sparare al Tav (tiro a volo, ndr) del Trasimeno, mi sono innamorata di questa disciplina e da allora non l’ho più lasciata».


Quella di Giulia è una storia particolare. Gareggia sia nella categoria dei normodotati che in quella dei paralimpici. Soffre del morbo di Chron, malattia infiammatoria cronica, spesso molto invalidante, che colpisce l’intestino. Inoltre, soffre di problemi alla gamba destra che le impediscono di camminare correttamente e per i quali deve indossare un tutore.

La passione oltre la malattia – Ma la passione per lo sport è più forte e vince su tutto, anche sul dolore. «Per la mia malattia, mi avevano sconsigliato di praticare discipline agonistiche e avvertito di evitare qualsiasi fonte di stress. I medici mi avevano dato 3 o 4 anni di vita. Dopo aver ricevuto quella notizia, ho capito che dovevo avere un punto di riferimento forte nella mia vita e l’ho trovato nel tiro a volo. Lo sport mi rende viva», racconta Giulia. Come paralimpica, nel 2018 Giulia ha conquistato il Gran Premio internazionale di Paratrap e nel 2019, come prima donna, è salita sul podio nella Green Cup e nell’Emir Cup.  

Un duro allenamento quotidiano – Per raggiungere i migliori risultati in gara, Giulia deve allenarsi tutti i giorni. «Per i problemi che ho, devo lavorare molto di più degli altri e tutto è più difficile. Mi alleno al Tav UmbriaVerde di Massa Martana, vicino Todi. Il mio attuale allenatore è Gianpaolo Micheletti: lui è di Roma ed è un ex nazionale di fosa olimpica (specialità che ha esordito alle olimpiadi di Parigi nel 1900) e di universale. È sotto la sua guida che ho iniziato a gareggiare». Giulia regala anche qualche consiglio a chi volesse avvicinarsi alla sua disciplina. «Bisogna fare tutto con grandissima costanza. Se vuoi fare tiro a volo, così come ogni altra disciplina, non devi prendere le cose troppo seriamente: serve spensieratezza. Con lo sport bisogna solo divertirsi».  

Il sogno delle Paralimpiadi –  Il tiro a volo è uno sport ancora prettamente maschile. Non esistono ufficialmente della categorie per le donne: lei stessa ha dovuto gareggiare con gli uomini in varie competizioni, come la Green Cup. Ma tra gli obiettivi di Giulia c’è anche questo. «Vorrei che fosse presto creata la categoria donna per il tiro a volo. Questo potrebbe avvenire grazie alla Fitav (Federazione italiana tiro a volo, ndr)». Giulia è determinata: vuole raccontare la sua storia di sport e di vita nelle scuole e tra i più giovani. Ma ha anche un sogno più grande nel cassetto: «Sogno le Paralimpiadi. Quelle di Parigi 2024 saranno le prime, nella storia, ad ospitare il tiro a volo come disciplina. Sarebbe straordinario poter partecipare, rappresenterebbe il punto di arrivo per tutti gli sforzi compiuti finora», racconta con emozione Giulia. Glielo auguriamo, di cuore.

Autore

Marco Di Vincenzo

Nato a Tivoli il 25/09/1992. Laureato in Giurisprudenza all'Università "Sapienza" di Roma. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.