Vinile, ritorno della musica a tutto tondo

Dalle discoteche ai locali, dai concerti alla rete: l’inconfondibile disco nero è sopravvissuto a musicassette, cd e ascolto in streaming
In tour nei negozi perugini: "Doveva finire 15 anni fa, invece è tornato prepotentemente nel mercato del nuovo e nel mainstream"

Ha scandito innumerevoli notti di musica e di ballo, incidendo con l’iconica forma circolare e nera l’immaginario di più generazioni. Principe delle discoteche tra i primi anni ’70 e i tardi anni ’80, il disco in vinile è sopravvissuto all’avvento di musicassette, cd-rom e musica in digitale; oggi viene riscoperto da realtà grandi e piccole, da etichette indipendenti come dalle major discografiche. 

«Il vinile è sempre rimasto vivo nel mondo della musica indie e underground» spiega Filippo Vagni del locale e rivenditore perugino T-Trane, che illustra anche il legame tra i “piatti” e la scena musicale umbra. «Anche nei peggiori anni di crisi del supporto, molti gruppi locali hanno continuato a stampare su vinile in tiratura limitata, proponendo i loro album durante le serate di musica nei locali. Oggi invece questo supporto è riemerso prepotentemente anche nel mercato del nuovo e del mainstream».

Per gli addetti ai lavori, in primis loro stessi appassionati, il vinile è un’esperienza sensoriale a tutto tondo: il disco ha infatti una dimensione fisica e artistica che trascende il livello uditivo e coinvolge anche quello tattile e visivo, rendendolo un oggetto di design, meritevole anche di esposizione. Marco Rufini, proprietario del perugino Music Box Records, ha un lungo passato come DJ. «Il vinile lo vedi, tocchi con mano la traccia, avverti il calore della puntina del giradischi. I dischi pesano, ma alla fine è un piacere portarseli dietro alle serate. Al giorno d’oggi, spesso si mixa con cdj o in digitale; ma il vero professionista usa ancora i piatti».

Ma la dimensione sensoriale del vinile non finisce qui: parte dall’emozione di scoprire una band in un concerto dal vivo e supportarla attivamente, comprando una copia dell’album, fino al brivido di entrare in un negozio di dischi per scoprire qualcosa di nuovo: «Il rapporto col cliente quando viene da noi è la cosa più bella. Qui può scegliere, guardare, toccare, ascoltare, e scambiare con noi opinioni e consigli». Francesco Rondolini, assieme al DJ e collega Francesco Picistrelli, lavora nel negozio di dischi Gugumed di Perugia. Il loro concept ripercorre le orme degli exchange shop di Londra o Amsterdam degli anni d’oro.

Ma in tempo di pandemia, i dischi in vinile oggi trovano un legame a doppio filo anche con la rete. Da una parte, riescono a trovare uno spazio di convivenza con la dimensione immateriale e volatile della musica in streaming; dall’altra, internet è un mezzo fondamentale anche per tutti i negozianti, umbri e non, che trattano questi oggetti da collezione. Il loro pubblico cerca esemplari ricercati, fuori dai circuiti commerciali come Amazon o le librerie.

E se Music Box Records punta alle edizioni limitate di artisti jazz, funk, soul, e provenienti dai mondi della black music, dell’elettronica e della musica disco, Gugumed e T-Trane al nuovo accostano un intenso giro di dischi di seconda mano da tempo fuori commercio. Le vendite web, concordano tutti, hanno fornito un grosso supporto in un periodo in cui la dimensione fisica della passione per il vinile è fortemente penalizzata dall’assenza di concerti e dalle chiusure intermittenti dei negozi.

Nonostante tutto, si guarda al futuro con ottimismo. Per Rondolini, la sfida più grande sarà coinvolgere le nuove generazioni. «Il vinile sarebbe dovuto finire 15 anni fa, invece è sopravvissuto – conclude Rufini – la concorrenza è già al massimo, perché è difficile superare la comodità dei file mp3 o di portali come Spotify. Il vinile ha già retto bene queste sfide, ed è in crescita: pertanto, il futuro non può che essere roseo».

Autore

Ilaria Puccini

Nata a Pisa nel 1991. Laureata in Mediazione Linguistica e Culturale a Venezia, prosegue gli studi con una laurea magistrale in Relazioni Internazionali alla Renmin University of China di Pechino. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.