Quando Perugia era la capitale del rock alternativo

Negli anni Ottanta il capoluogo umbro era crocevia della scena musicale italiana: in città tanti gruppi di fama internazionale, tra cui R.E.M. e Dinosaur JR
X-Offender, Militia e gli Aidons la Norvege tra le band del luogo che si affermarono a livello nazionale. Dj Fofo: tra festival, locali e arrivi da fuori si creò un fermento mai ripetuto

Nel giugno 1989 i R.E.M. si esibirono per la prima volta in Italia. Tre le date da tutto esaurito, in una celebrata tournée europea: Milano, Bologna e Perugia. Se due scelte sembrano scontate, agli occhi di un giovane, il capoluogo umbro appare l’intruso. La realtà è un’altra: negli anni Ottanta la città del cioccolato era un crocevia irrinunciabile della musica alternativa, meritandosi la ribalta anche nei settimanali generalisti.

La rivoluzione punk come spinta. X-Offender, T.V. Voodoo, Axa Vanea, Guguz 89° Flash. Sono solo alcuni dei gruppi umbri che hanno trovato spazio nei locali del Belpaese in quel periodo. Fabrizio Croce, 59 anni, autentico tuttofare del panorama musicale perugino e parte in causa come voce dei Militia, spiega le ragioni di questo fermento. «Nei primi anni Settanta – spiega – la visione era che servisse aver studiato uno strumento per suonare a certi livelli. L’avvento del punk dimostrò che l’importante era avere delle idee forti, più che la capacità musicale in sé».

Dj Fofo, così lo conoscono da sempre in tutta Perugia e non solo, fissa un anno, il 1979. Allora cominciò la svolta per la musica locale: «All’inizio eravamo una ventina di appassionati, tutti legati all’ambiente di Radio Perugia Uno, desiderosi di fare serate con della buona musica». Così nacque il Suburbia. «Decidemmo di aprire un locale, che fu da stimolo sia per coinvolgere ragazzi alle prime armi che per far tornare la passione a quanti avevano suonato in precedenza». La pensa allo stesso modo il fratello Augusto Croce, bassista dei Militia fino al 1982 quando è diventato il chitarrista degli Aidons la Norvege, altro caposaldo della musica alternativa perugina: «Io amavo il rock progressivo – racconta – ma il genere era diventato autocelebrativo. Il punk prima e la new wave a seguire hanno dato la possibilità a molti giovani di cominciare a suonare».

Tante iniziative creano un circolo virtuoso. Augusto mette in risalto i motivi del successo del rock alternativo perugino: «Fondamentale è stata la buona cultura musicale di molti dei protagonisti di quegli anni. Inoltre – aggiunge – ci sono state iniziative vincenti,come la nascita di radio private, di fanzine dedicate e di locali come il Suburbia e il Norman». I frutti si sono subito visti: «Questo ha dato vita a un circolo virtuoso, con l’arrivo continuo in città di band di fama internazionale, tutte interessate a suonare qui da noi e che hanno portato nuove sonorità».

Un ruolo centrale lo hanno avuto i festival, a partire da Rockin’Umbria. Creata nel 1984, questa rassegna che si svolge ancora – nonostante uno stop tra il 1998 e il 2004 – ha contribuito a valorizzare il patrimonio musicale. «Tanti adolescenti – conferma Fabrizio Croce – uscivano dagli spettacoli con la voglia di suonare, dopo aver ascoltato le performance dei gruppi italiani e stranieri. La quantità di concerti che ci sono stati a Perugia e Foligno ha dato vita ad almeno un’altra generazione di gruppi umbri».

La lontananza dalle città come punto di forza. Fabrizio aggiunge un ulteriore spunto: «L’isolamento e la distanza dalle grandi città – commenta – ha generato un fermento vincente. Tutte le settimane arrivava qualcuno dalle regioni limitrofe perché c’erano proposte interessanti. Perugia ne ha beneficiato, per un ricambio generazionale durato sino ai primi anni 2000 e che ha coinvolto anche altri generi». Uno in particolare, all’apparenza ben lontano dal rock: «Qui è esplosa la house music, che ha rivoluzionato la disco. E anche quel mondo era collegato al nostro – conclude Fabrizio – grazie a queste strane combinazioni che hanno portato la città ad essere a lungo un’isola felice».

Oggi la musica è cambiata. In tutti i sensi. La vitalità di una volta non c’è più, nonostante alcuni gruppi – a cominciare dai Fast Animals and Slow Kids, bravi a ritagliarsi uno spazio di rilievo sulla scena italiana – cerchino di portare avanti la tradizione. Il ricordo, però, di quegli anni ruggenti è ancora vivo. Come cantavano in quel periodo i Dinosaur Jr, altra band sentita per la prima volta in Italia proprio a Perugia, quegli anni in città erano Just Like Heaven.

Autore

Alberto Vigonesi

Nato a Vicenza il 01/10/1990. Laureato in Politica Internazionale e Diplomazia all'Università degli Studi di Padova. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.