Cinema, dopo multisale e pandemia c’è sempre lo Zenith

Dagli anni '50 è stata la sala storica delle pellicole d'essai a Perugia. Ora guarda al futuro: al via i lavori per un nuovo spazio
Il proprietario Riccardo Bizzarri: serve un luogo che diventi centro di aggregazione, dove giovani e adulti si possano incontrare. Questo è il nostro sogno

Poltroncine rosse, cinepresa, poster sui muri. Sembra il solito cinema di quartiere, ma non lo è. Il cinema Zenith di Perugia resiste. Ha retto alle multisale, allo streaming e ora prova a fare lo stesso con la pandemia. Nello storico quartiere perugino di “Borgo XX giugno”, sede del cinema, verrà aperta una nuova sala da quaranta posti. Nonostante le chiusure, i lavori continuano. Nel segno della cultura e della voglia, tanta, di ricominciare. Dopo il successo del ristorante Nadir, progetto gastronomico gemello del cinema, il titolare dello Zenith, Riccardo Bizzarri, giura di non volersi fermare: «vogliamo allargarci per offrire un’attività artistica culturale a 360 gradi».

Mai senza cultura – Lo Zenith è uno zoccolo duro della cultura perugina fin dalla sua nascita, negli anni ’50. È stato prima un luogo di teatro e di spettacolo. Dal ’96 in poi ha scelto la strada del cinema d’essai, diventando un riferimento per gli appassionati. Bisogna pensare al futuro. Quindi, lo Zenith spera di poter presentare presto la sua seconda sala, che ospiterà spettacoli teatrali, presentazioni di film e laboratori. Perché, come ci dice Bizzarri, «serve un luogo che diventi centro di aggregazione, dove giovani e adulti si possano incontrare e fruire di proposte spettacolari. Il sogno che stiamo perseguendo è questo».

Colpiti dal virus – Anche lo Zenith come tutte le sale italiane ha dovuto chiudere. Gli incassi dei cinema nel 2020 sono crollati del -71%. Un po’ di respiro, economico e culturale, è arrivato con l’estate. In Umbria sono state create, in collaborazione con la regione e altri cinema, dieci arene cinematografiche. Ma dopo la parziale riapertura di settembre e ottobre, si è riabbassata la saracinesca. «Siamo chiusi – continua Bizzarri – le riaperture hanno dimostrato che la gente non viene al cinema per il rischio di contagio. Il pubblico è anziano, più spaventato dal Covid. Anche se nelle sale i rischi di contagio sono minimi».

Ristori e futuro – «Senza ristori si muore». Qualcosa è arrivato a livello ministeriale, ma gli aiuti economici dagli enti locali sono sati insufficienti, secondo Bizzarri. Multisala e cinema d’autore hanno sofferto allo stesso modo. Eppure, c’è ancora speranza. «Questa situazione non la risolve il singolo esercente – chiosa il titolare dello Zenith – Bisogna fare massa critica.  I piccoli esercenti e le amministrazioni devono ragionare attorno a un tavolo. Mettiamo insieme delle idee, costruiamo un progetto». Perché senza un progetto non c’è futuro, e di progetti lo Zenith ne ha tanti. Nonostante il coronavirus.

Autore

Giulio Ucciero

Nato a Jesi (Ancona) l'11 gennaio 1997. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l'Università Cattolica di Milano, con un periodo Erasmus a Lisbona. Vive tra Milano e Roma. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.