Estate in Calabria, corsa contro il tempo per ripartire

In spiaggia con le norme anti-Covid: i gestori degli stabilimenti accusano: «Fra ritardi e adeguamenti di sicurezza, abbiamo perso troppo. Così non ce la facciamo». Oltre a bibite e crema solare, quest'anno sotto l’ombrellone anche app di delivery e gel disinfettanti
Un'estate all'insegna del distanziamento sociale: i lidi riaprono con le nuove linee guida, ma c'è ancora incertezza per gli accessi alle spiagge libere. L'ipotesi di un'app per prenotare un posto a riva

Coi suoi quasi 800 chilometri di coste e le sue 14 Bandiere blu, la Terra dei due mari punta tutto sul turismo balneare. Ma i primi di giugno la stagione è in ritardo, per via delle chiusure imposte dal Governo per combattere il Coronavirus: l’accesso a spiagge e stabilimenti è stato consentito solo dallo scorso 18 maggio. A farne le spese sono i gestori, che devono fronteggiare un aumento dei costi di oltre il 200% e un sicuro calo dei ricavi per adeguare i propri lidi alle disposizioni in materia di sicurezza e sanificazione. Tant’è che alcuni hanno deciso di non riaprire.

Libro, telo mare e disinfettante: così i primi bagnanti si avventurano in spiaggia dopo il lockdown

A Montepaone Lido, località turistica in provincia di Catanzaro, la spiaggia è ancora deserta, nonostante già a fine maggio la temperatura abbia toccato punte di 27-28 gradi. Di ombrelloni, nemmeno l’ombra. «Solo pochi giorni fa abbiamo ricevuto le linee guida dalla Regione Calabria – racconta Antonio, proprietario del lido Brondi’s – e ci siamo subito messi al lavoro. Abbiamo già perso troppo». Alle sue spalle, una ruspa spiana incessantemente la battigia: è una corsa contro il tempo per tentare di aprire al più presto. Sulla struttura già si vedono gli effetti dei decreti: cartelli, frecce e scotch colorato per delimitare percorsi e spazi; tavoli ridotti e distanziati; prodotti igienizzanti a portata di mano, dall’ingresso alle toilette.

In Calabria la crisi si insinua in un tessuto socio-economico già fragile, che trova sollievo solo grazie all’afflusso di turisti concentrato durante i mesi estivi. In confronto ai dati del 2019, solo nei mesi di marzo, aprile e maggio, nel settore turistico sono andati in fumo oltre 50 milioni di euro. Tantissimi lavoratori stagionali e precari, invece, quest’anno non troveranno impiego. «A malincuore ho dovuto lasciare a casa 4 collaboratori – spiega Antonio – perché, con oltre 50 posti in meno al ristorante del lido, proprio non rientravo nelle spese».

Anche sul versante tirrenico la situazione è tutta in divenire. Persino le strutture più ampie e quotate subiscono il contraccolpo del lockdown. «Non vorrei parlare di numeri – dice Luca, proprietario di Hang Loose Beach, a Gizzeria, sempre in provincia di Catanzaro – perché si tratta di stime. Ma considerando che solitamente apriamo già ad aprile, questi due mesi di chiusura si fanno sentire». Il suo stabilimento balneare è una mecca per gli amanti degli sport velici, che sfruttano le immancabili correnti per volteggiare fra cielo e mare. Qui a giugno erano in programma i mondiali di kitesurf, annullati in via precauzionale. «La competizione attira oltre mille persone – spiega Luca – fra concorrenti, staff e appassionati. Non ci ho perso solo io, ma tutto il comparto turistico». Con mancati guadagni che si aggirerebbero su cifre a 5 zeri.

Sarà un’estate diversa dal solito anche per chi deciderà di sfruttare le tantissime spiagge libere. Si parla però di accessi contingentati, da calcolare in base all’affluenza e alla metratura della spiaggia, per evitare assembramenti. Il controllo delle spiagge libere ricade sui Comuni, quindi toccherà a loro monitorare costantemente il litorale. Per questo si stanno mettendo a punto delle app per la prenotazione degli ingressi e si cercano volontari che invitino i bagnanti a mantenere le distanze, ma, nonostante l’estate sia alle porte, anche queste soluzioni sono in fase embrionale. A livello regionale ancora non ci sono direttive precise: «Abbiamo già dato i fondi straordinari per la pulizia ai comuni costieri – spiega l’assessore al turismo della Regione, Fausto Orsomarso – ma è ovvio che per le spiagge libere dobbiamo coordinarci con i sindaci». 

Sarà un’estate all’insegna del distanziamento sociale anche per le spiagge libere
(Spiaggia di Marina Grande, Scilla, RC)

La Regione è impegnata a promuovere l’immagine di una Calabria sicura, “a contagi zero”, per attrarre sempre più turisti. Per i cittadini è stato garantito un bonus vacanza aggiuntivo, da spendere nelle strutture balneari locali. Strutture che cercano di recuperare anche nella ristorazione, col “beach delivery”: con l’app Cibilio si potrà ordinare il pranzo al proprio lido, per averlo consegnato sotto l’ombrellone. Un esperimento che parte proprio dai lidi calabresi. «Sicuramente soffriremo per la mancanza di turisti internazionali – commenta l’assessore – e per la perdita di tanti lavori. Ma la stagione davanti a noi è da salvare. La Calabria ha tutte le carte in regola per candidarsi a regione “No-Covid” e ripartire». 

E per i lavoratori del settore? Per i lidi è quasi certa l’eliminazione delle tasse sull’occupazione del suolo pubblico e del demanio per questa stagione. E per gli imprenditori c’è la misura “Lavora Calabria”: 80 milioni di euro per garantire il mantenimento occupazionale, con aiuti a fondo perduto. Però non tutti riescono ad accedervi: essendo un lavoro stagionale, molti contratti partono solo a ridosso dell’estate. «Noi come cooperativa non abbiamo ricevuto un euro – dichiara Elio, uno dei gestori del Valentino Beach Club, a Catanzaro Lido – e siccome il finanziamento agevolato in banca ancora non arriva, abbiamo anticipato tutto di tasca nostra. 6mila euro solo per rispettare le nuove norme». 

Autore

Valentina Celi

Nata a Catanzaro il 01/06/1989. Laureata in Relazioni Internazionali presso La Sapienza di Roma. Giornalista praticante del XIV Biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.