Movida e polemiche

Assembramenti e risse nel primo weekend di riapertura: il centro di Perugia cerca un delicato equilibrio fra interessi economici, voglia di socialità ed esigenze sanitarie

Diversi giovani affollano le scalette del Duomo, molti hanno in mano un drink o una birra. La maggior parte indossa la mascherina, che viene fatta scivolare sul collo per bere o fumare, ma il rispetto del distanziamento sociale resta una chimera. È giovedì 28 maggio, una tranquilla serata di primavera, e sono le 22.30 circa: in piazza Danti, cuore della movida perugina, c’è appostata una volante dei carabinieri che sorveglia la zona. Le macchine transitano a passo d’uomo facendosi spazio tra capannelli di gente. Si tratta perlopiù di ventenni e trentenni, i giovanissimi si vedono di meno. Situazione diversa rispetto a quella dello scorso 22 maggio, quando gli assembramenti fuori controllo, conditi da una rissa che ha portato alla notifica di sette avvisi di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Perugia, hanno costretto il sindaco Romizi ad adottare un provvedimento durissimo. Un’ordinanza con cui si disponeva la chiusura dei locali dalle 21 alle 6 durante il fine settimana e nei giorni festivi e prefestivi e che dalle 17 obbligava all’uso dei dispositivi di protezione individuale. Decisione che sarebbe rimasta in vigore fino al 7 giugno e che sin da subito ha suscitato polemiche, tanto da spingere il primo cittadino a correggere il tiro, consentendo a bar e pub di rimanere aperti fino a mezzanotte.

Ma non c’è solo la movida. In occasione del passaggio in città delle Frecce tricolore, nel pomeriggio di martedì 26 maggio in centro si sono radunate moltissime persone, stavolta un po’ di tutte le età. Anche qui il problema è stato soprattutto il mancato rispetto della distanza di sicurezza. Sui social il deputato umbro del Pd Walter Verini ha parlato di «incredibili, ingiustificati e pericolosi assembramenti» stigmatizzando «il comportamento del sindaco che, con la fascia tricolore, invece di adoperarsi per prevenire e risolvere gli assembramenti posava per foto ricordo». In una nota pubblicata su Facebook il primo cittadino Romizi ha sottolineato che «i presenti hanno assistito all’evento in maniera molto ordinata, indossando la mascherina, mentre i pochi che ne erano sprovvisti sono stati muniti dalla polizia locale».

Il centro storico di Perugia durante il passaggio delle Frecce tricolore

Oltre alle polemiche politiche, per certi versi fisiologiche in casi come questo, gli assembramenti legati al passaggio delle Frecce tricolore hanno creato anche un’altra spaccatura, quella “generazionale”. A poche ore dall’esibizione della pattuglia acrobatica due ragazze, Caterina e Oriana, hanno dato vita ad una plateale protesta sulle scalette del Duomo, dove hanno esposto un eloquente striscione con la scritta «Due pesi due misure, #tuttacolpadellamovida». Pur condannando gli episodi di venerdì 22 maggio, nel loro intervento Caterina e Oriana denunciano un atteggiamento a loro dire discriminatorio nei confronti dei più giovani che frequentano il centro storico: «Un assembramento è un assembramento e non esistono persone o motivazioni di serie A e di serie B». Ovviamente sono soprattutto i ragazzi a sentirsi penalizzati da queste misure. Nella nostra serata per le strade dell’acropoli ne incontriamo molti. Uno di loro, munito di mascherina, lascia le scalette della Cattedrale e si avvicina ad un bar insieme ad alcuni amici: «Vogliamo solo divertirci un po’ e bere qualcosa, non vedo dove sia il problema» ci confida.

Lo striscione di protesta di Caterina e Oriana sulle scalette del Duomo

Gli strascichi del primo weekend di riaperture hanno avuto anche conseguenze sul piano sanitario, al di là del giovane rimasto ferito nella rissa. Dopo gli assembramenti registrati il Comune infatti ha predisposto uno screening su base volontaria, per tutti coloro che nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 maggio erano presenti in centro storico, in particolare piazza Cavallotti, piazza IV Novembre e piazza Danti. Centinaia di ragazzi, dopo essersi prenotati telefonicamente, si sono presentati al Centro operativo di protezione civile di Santa Lucia, dove sono stati sottoposti ai tamponi in modalità “pit-stop”, direttamente nelle proprie auto o in quelle dei genitori che li accompagnavano.

Giovani in coda al Centro della protezione civile di Santa Lucia per effettuare il tampone

Dopo le polemiche successive all’esibizione delle Frecce Tricolore è arrivato un parziale dietrofront da parte dell’amministrazione comunale. Al termine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, l’ordinanza iniziale, che come ammesso era stata adottata soprattutto per motivi precauzionali, è stata ritoccata, soprattutto dopo le pressioni degli esercenti dell’acropoli che a seguito del lockdown e dei mancati incassi dei mesi scorsi hanno manifestato la loro preoccupazione per le chiusure anticipate alle 21. Si è delineato così un nuovo equilibrio: locali aperti fino a mezzanotte ma più presidi delle forze dell’ordine. Il prefetto ha assicurato che saranno rafforzati i controlli anche nei confronti degli esercenti «che non rispetteranno le corrette modalità di erogazione dei servizi di somministrazione». «Per noi è un sollievo, dato che turisti non ce ne sono. Lavoriamo soprattutto nel weekend» ci dice il gestore di un bar dell’acropoli. In effetti in questa serata post-ordinanza 2.0 la situazione è vivace ma tranquilla. Dopo un po’ di tempo lasciamo piazza Danti, che sta iniziando a svuotarsi, e ci spostiamo verso la Fontana Maggiore: qui a presidiare l’area c’è la polizia. Verso mezzanotte il centro è ancora animato però assembramenti non ce ne sono, c’è chi passeggia lungo Corso Vannucci ma la movida, almeno per stasera, sembra sotto controllo.

Autore

Lorenzo Pelucca

Nato a Perugia il 25/06/1988. Laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Perugia. Giornalista praticante del XIV biennio presso la Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.