Coronavirus, l’anno nero degli eventi umbri

Appeso a un filo Umbria Jazz a luglio, ma anche l’autunnale Eurochocolate. Festival del giornalismo 2021 forse online
Il punto sui tre grandi eventi perugini di rilievo nazionale minacciati dalla pandemia. Gli organizzatori navigano a vista

Jazz, cioccolato e giornalismo: tre simboli della città di Perugia. Gli eventi dedicati a ciascuno di essi tra primavera e autunno sono capaci di animare le vie della città attirando visitatori sull’acropoli e introiti nelle tasche degli esercenti di tutto il centro e oltre. Ma quest’anno il miracolo rischia di non ripetersi, profanato dall’emergenza Coronavirus.

Umbria Jazz non molla – L’incognita maggiore grava su Umbria Jazz, il “rito” pubblico più longevo e importante di Perugia, in programma tra 10 e 19 luglio 2020: dal 1973 calamita gli astri della musica internazionale. L’edizione 2019 ha portato circa mezzo milione di persone in città, con circa 40mila biglietti venduti. Non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale sull’annullamento per quest’anno. I biglietti sono ancora in vendita e ne sono stati staccati già 10mila che, se il festival saltasse, rischierebbero di dover essere rimborsati. «Come uomo di buon senso, posso dire che al 95 per cento Umbria Jazz non si farà, ma abbiamo ancora alcune settimane per decidere – mette le mani avanti Gianluca Castellini, del consiglio di amministrazione di Fondazione Umbria Jazz – non sappiamo se annullare o rimandare: non ho dati per prendere una decisione del genere e di sapere cosa si potrà o non si potrà fare nei prossimi mesi» . Finora l’unico dei grandi artisti a rinviare il propri concerto al 2021 è stato l’inglese Tom Jones.

Ricadute in tutta l’Umbria – Il tasto dolente è la politica sui biglietti: «Il Governo ci ha lasciati soli, ogni festival decide per sé e rischiamo un’ondata di annullamenti e rinvii a macchia di leopardo. Per esempio, in Belgio il Governo ha annullato tutti gli eventi e ha reso i biglietti utilizzabili entro due anni con gli stessi operatori. Noi attendiamo indicazioni». C’è ancora qualche settimana per decidere, ma la posta in gioco per l’economia cittadina è alta: «L’incremento dei fatturati degli esercizi nel centro storico vale un milione di euro, con ricadute in tutta l’Umbria: tutte le strutture ricettive sono piene in quei giorni, soprattutto in provincia di Perugia».

Il cioccolato raddoppia – I dubbi sulla durata della pandemia fanno tremare anche chi ha tutta l’estate per monitorare la curva dei contagi e può ancora temporeggiare. Eurochocolate, la fiera nata nel 1993 per celebrare il cioccolato in tutte le sue declinazioni, dovrebbe svolgersi dal 16 al 25 ottobre prossimo nel centro storico perugino. «Non annunciamo l’annullamento perché penso che la gente se lo aspetti – commenta il presidente Eugenio Guarducci – preventivare qualcosa di realizzabile a tre o a cinque mesi è complicato, senza contare la situazione degli sponsor: nessun imprenditore assume un impegno così. Quando avremo la certezza di alzare bandiera bianca, lo faremo per puntare al 2021 con un evento doppio: uno in primavera, che metta insieme cioccolato e musica, e quello consueto in autunno. Ma dobbiamo ancora confrontarci con l’amministrazione». Oltre al lavoro dei 20 dipendenti della manifestazione, oggi cassaintegrati, con il cioccolato se ne andrebbe un’altra fetta di economia del Perugino: «Eurochocolate attira tra 800mila e un milione di presenze– aggiunge Guarducci – e ogni persona ha una ricaduta media di 100 euro. Secondo un vecchio studio ogni persona ha una ricaduta di circa 100 euro sull’economia locale. Oggi la cifra andrebbe rivista al rialzo, senza contare il valore promozionale dell’evento per la città».

Il giornalismo: “Appuntamento al 2021” – Sul terzo gradino del podio, in ordine di indotto cittadino, c’è il giornalismo: il Festival internazionale dedicato – previsto per il primo fine settimana di aprile – è stato annullato per primo. «Lo abbiamo annunciato il 29 febbraio scorso, prima del lockdown del Governo – spiega l’organizzatrice Arianna Ciccone – attirandoci molte critiche da parte dei cittadini e degli esercenti che temevano un duro colpo per il loro lavoro. Non abbiamo numeri sull’indotto ma sappiamo che il festival porta un pubblico italiano e straniero di alto profilo, in grado di spendere molto». Ora si guarda al 2021, ma con cautela: «C’è la volontà di farlo l’anno prossimo – prosegue Ciccone – ma neppure gli esperti sanno dire come sarà la situazione di qui ad un anno. Per il momento navighiamo a vista. Organizzarne una versione virtuale via Internet? Sarà l’ultima spiaggia. Il festival è nato per mettere assieme fisicamente un mondo che spesso lavora in digitale e solo nel caso di ulteriori problemi con gli assembramenti potremmo pensare di farlo con una soluzione creativa a distanza». Gli sponsor (Google, Facebook, Craigslist) hanno già assicurato il loro sostegno:
«Si sono congratulati con noi per la nostra scelta di mettere al sicuro le persone prima di tutto».

Autore

Pierfrancesco Carcassi

Nato a Padova il 17 maggio 1990. Laureato in Lettere Classiche all'Università Ca' Foscari Venezia. Giornalista praticante presso la Scuola di Giornalismo di Perugia.