Da Orvieto alla Casa Bianca: Polegri, lo chef dei presidenti

La cucina tradizionale umbra che incanta Obama e Trump
Tra progetti futuri e ambizioni personali: «Andare da papa Francesco sarebbe il massimo!»

Un vecchio pentolino e una candela per cuocere una crema pasticciera. Ha 5 anni lo chef Lorenzo Polegri quando inizia a cucinare, ma è ancora troppo piccolo per accendere il gas. Da allora non si è più fermato. Nato e cresciuto a Baschi, nella campagna orvietana, in un “ambiente rurale” a contatto con la natura e gli animali, Chef Polegri porta questa tradizione con sé in tutte le sue ricette. «Utilizziamo prodotti a km 12» ci dice ridendo. La maggior parte delle verdure sono coltivate alle pendici della rupe orvietana. Invece a pochi chilometri da Orvieto c’è la sua “Casa segreta” dove si prende personalmente cura di un vigneto, un oliveto, un orto di erbe aromatiche e degli alberi da frutto con cui produrre marmellate e composte. Il piatto più apprezzato, però, è sicuramente la pasta fatta in casa. «Useremo almeno 100.000 uova all’anno» ci dice lo chef, che racconta di clienti entusiasti nel vederlo all’opera mentre stende l’impasto con il mattarello «che noi chiamiamo lansagnolo», tiene a precisare. Nel suo ristorante Zeppelin a Orvieto, dal ’95 inventa menù stagionali con l’improvvisazione di un jazzista.

Pranzo con Obama  Un legame con il territorio che ha reso la sua cucina così unica e inconfondibile da arrivare anche oltreoceano. L’ambasciatore della cucina orvietana nel mondo è stato scelto già nel 2010 per un pranzo della domenica alla Casa Bianca per la famiglia Obama e pochi intimi. Ad una famiglia che lo chef stesso definisce “molto salutista” ha proposto un menù semplice ma ricercato: risotto al tartufo, pasticcio di pasta sfoglia con salmone e panna cotta ai frutti di bosco. «Gli Obama mangiano in modo frugale, limitano i cibi spazzatura e Michelle è molto sensibile al problema dell’obesità infantile» ci racconta chef Polegri.

Chef Polegri alla Casa Bianca

Colazione con Trump – Con l’arduo compito di sbalordire le papille gustative di Donald Trump, abituate ai cibi industriali e amanti dei fast food, lo Chef torna alla Casa Bianca nel dicembre 2018 per preparare una colazione per il presidente, la sua famiglia e qualche ospite. «Quando siamo arrivati, alle 6 del mattino, il presidente ancora dormiva», racconta. «Questa volta abbiamo portato il nostro olio di Orvieto, il vino e anche i nostri tartufi neri». Del menù Donald Trump ha apprezzato soprattutto le omelette al salmone affumicato e le bruschette con olio a crudo e uncinato nero.

Progetti per il futuro «Stiamo lavorando per organizzare una cena istituzionale per il presidente Trump nell’autunno del 2019» ci rivela. Lo chef sta già studiando il menù da proporre. L’idea è quella di giocare con combinazioni di tartufo bianco e nero da abbinare al cinghiale. «Per Orvieto sarebbe una bella storia da raccontare» aggiunge con soddisfazione. Quando gli chiediamo dei progetti futuri, ridendo aggiunge: «Andare da papa Francesco sarebbe il massimo! E secondo me lui apprezzerebbe la mia cucina ancora di più».

Autore

Rebecca Pecori

Nata a Roma il 19/02/1994. Diplomata al Liceo classico Torquato Tasso di Roma. Laurea Magistrale in Filosofia morale presso l'università La Sapienza di Roma. Giornalista praticante del XIV Biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.