Una bassa densità abitativa e la debolezza della rete ferroviaria. Due caratteristiche che fanno dell’Umbria una delle regioni dove l’uso di mezzi privati diventa una necessità. Ma qualcosa si muove sulle strade umbre. Vittore Fulvi, presidente della sezione umbra della Federazione italiana autotrasportatori, ci parla di una situazione migliorata negli ultimi tempi: i collegamenti con le Marche sono quasi completi e procedono anche i lavori per la Siena-Grosseto, che riuscirà a congiungere Adriatico e Tirreno. Ma la E45, ancora puntellata da lavori, che durano ormai da anni, merita un discorso a parte. «Se noi “professionisti della strada” – continua Fulvi – veniamo rallentati dai cantieri lungo il percorso dobbiamo ritardare le consegne, con perdite nella produttività». L’alternativa per raggiugere Roma da nord è quella di imboccare l’autostrada A1 a Orvieto, accorciando i tempi, ma aggiungendo le spese di pedaggio.
Lavori (ancora) in corso. Malgrado una temporanea riduzione dei flussi nel 2020, dovuta al confinamento, sulla E45 circolano oggi più di 50 mila veicoli al giorno. Importante anche il traffico dei mezzi pesanti: la metà dei camion con rimorchio che transitano in Umbria passano proprio da lì. Un traffico intenso che ha causato il deterioramento del manto stradale. Le operazioni di risanamento e di sostituzione dell’asfalto e degli spartitraffico sono cominciate nel 2016 , con un investimento di 600 milioni di euro nel solo tratto umbro, da Orte verso Cesena, passando per Terni, e si sarebbero dovute concludere nel 2020. Ma saranno necessari altri due anni per terminare i lavori, ha ammesso Lamberto Nicola Nibbi, responsabile ANAS per l’Umbria nel corso del webinar “La sostenibilità si fa strada in Umbria”, il 4 marzo scorso.
Progetto E45. Malgrado i ritardi, l’E45 diventerà il banco di prova per alcune tecnologie all’avanguardia – assicurano da ANAS. L’energia per l’illuminazione della strada viene già da fonti rinnovabili e sono in corso iniziative per promuovere l’economia circolare: il polverino di gomma, scarto degli pneumatici che resta sull’asfalto, per esempio, sarà riutilizzato per il rivestimento della pavimentazione stradale, aumentando l’aderenza e riducendo l’inquinamento acustico. Inoltre, «la E45 – ci spiega Claudio Arcovito, responsabile sostenibilità e politiche sociali di ANAS – fa parte di un ampio progetto di smart road». “Strade intelligenti” che funzioneranno come un “sistema nervoso”, scambiando informazioni con i guidatori, informandoli su traffico e incidenti, rendendo la circolazione più veloce e sicura. Sono previste anche delle “green islands”, isole verdi per la ricarica dei veicoli elettrici o ibridi. Un modello che potrà promuovere anche investimenti privati in veicoli più ecologici e connessi.
Crescere con la strada. «La nostra regione ha sofferto di un isolamento storico – ci racconta Maurizio Mariotti, delegato alle infrastrutture di Confindustria Umbria – che ne ha limitato lo sviluppo economico e sociale. Di recente, però sono arrivati segnali positivi, anche riguardo alla E45, la nostra arteria principale». Ma non è ancora sufficiente. Il consolidamento delle grandi opere dovrà essere integrato alla promozione dalla rete viaria locale – aggiungono gli industriali – con la realizzazione, per esempio, del nodo di Perugia o la manutenzione della Spoleto-Terni. Solo così ci potrà essere un beneficio per tutte le realtà produttive.