Futuro green e nuove rotte commerciali oltre la guerra

Al Festival del giornalismo di Perugia ospite il ministro Giovannini: «Il conflitto in Ucraina da affrontare, come nel 1973, cambiando abitudini per risparmiare energia»
Secondo il ministro i cambiamenti causati dalla guerra potrebbero creare nuove opportunità con l’Africa: dai porti italiani nuove rotte commerciali

Cessare il fuoco in Ucraina, ridurre il consumo di energia, aprire i porti italiani a nuove rotte commerciali: così è necessario “ripensare il nostro mondo” secondo il Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. Intervistato dal direttore dell’Ansa, Luigi Contu, al Festival del giornalismo di Perugia, l’economista, già presidente dell’Istat e portavoce di AsviS, ha rilanciato i temi cardine per un futuro sostenibile.

«Vogliamo il condizionatore acceso o la pace?» Quando il ministro entra in sala la scaletta delle domande è saltata, perché è appena terminata una riunione di governo. «Di cosa si è discusso?», chiede Contu. «Di guerra», è la risposta. Ad oggi in Italia sono arrivati circa 90mila profughi. In Polonia, Ungheria e Slovacchia tutti gli autisti son diventati soldati. «Consentiamo loro il transito gratis – dichiara il ministro – per farli ricongiungere con chi li ospita». Il Consiglio dei ministri ha affrontato anche il tema delle sanzioni per il trasporto marittimo verso la Russia, approvate dall’Unione Europea lo scorso 7 aprile. «La Russia deve arrestare questa guerra insensata – ha detto Giovannini – altrimenti si adotteranno approcci ancora più duri». “Vogliamo il condizionatore acceso o la pace?”. Giovannini prende in prestito le parole del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e chiede: «a quanti morti siamo in grado di rinunciare in cambio di un Pil più basso?». Ricorda un aneddoto personale del 1973, quando gli rubarono la bicicletta. Successe durante il blocco alla circolazione delle auto, a causa della guerra nei Paesi arabi e l’aumento esponenziale del costo del petrolio. «La guerra in Ucraina ci pone difronte alla stessa scelta: risparmiare energia».

Come lavora il ministero – I sei miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non consentono di investire sulle strade, ma solo sulla digitalizzazione di ponti e infrastrutture. Con la Legge di Bilancio si sono aggiunti 14 miliardi per la manutenzione e altri quattro per il settore idrico perché «la crisi climatica metterà l’ambiente a dura prova», dice il ministro. L’organizzazione delle infrastrutture in Italia, per Giovannini, viaggia su un doppio binario: guarda agli effetti nel breve periodo, tipo il caro delle materie prime e riutilizza i fondi non spesi in passato (Fondi Sviluppo e Coesione del 2014/20-2021/27). Poi ragiona del futuro: «quando l’Europa allenterà i rapporti con la Russia e la Cina – domanda il ministro – creerà nuove filiere commerciali verso l’Africa? I nostri porti diventeranno basi di partenza per le merci, invece che di arrivo?».

L’UE deve sfruttare il mercato e l’integrazione – Per l’ex presidente dell’Istat lo sviluppo sostenibile è la stella polare ed eventi come la guerra possono diventare opportunità. Tuttavia «non si può raggiungere il benessere in Italia, senza preoccuparsi del resto del mondo. Non si può fare come nel post Prima Guerra Mondiale: tornare all’autarchia, al protezionismo». L’Unione Europea deve sfruttare i suoi punti di forza, che per il ministro sono la dimensione dei mercati e l’integrazione pacifica dei suoi stati. «Da soli davanti a questi grandi shock non andiamo da nessuna parte». Contu dice al ministro che le imprese hanno sostenuto che l’aumento energetico sia stato causato dalla scelta dell’UE di annunciare il piano di transizione. Questo e non la guerra avrebbe messo sotto stress il settore. Giovannini non è d’accordo, perché solo alcuni aumenti sono stati programmati. Quello del prezzo del petrolio, ad esempio, perché «ce ne vogliamo sbarazzare a vantaggio di fonti di energia rinnovabili», conclude il ministro.

Autore

Mariafrancesca Stabile

Nata a Copertino (Lecce) il 3 settembre 1992. Diplomata al liceo classico "Giuseppe Palmieri" di Lecce, è laureata in giurisprudenza presso l'Alma Mater Studiorum di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.