Bus elettrici e riqualificazione di Ponte San Giovanni: le due facce della Perugia del futuro

Il capoluogo umbro e le sfide del PNRR: si punta su mobilità e periferie, ma c'è chi teme che i lavori siano inutili
Il Comitato Fontivegge: il progetto rischia di aumentare il degrado nella zona della stazione. Per i ponteggiani è un'opportunità di rilancio del quartiere

Quarantacinque linee di intervento per un valore totale di oltre 3 miliardi di euro: sono i numeri del documento “Pnrr Umbria 2021- 2026” diffuso da Agenzia Umbria Ricerche ad aprile del 2021. Tra le opere da realizzare ce ne sono due che mirano a rendere il Comune di Perugia più elegante ed ecologico: il circuito dedicato al Bus Rapid Transit, che dovrebbe collegare la frazione Castel del Piano al quartiere della stazione Fontivegge, e la riqualificazione di Ponte San Giovanni. I progetti risalgono al 2017 ma solo ora, grazie ai fondi europei, potranno essere avviati.

Brt – Per la realizzazione della prima linea del Bus Rapid Transit perugino sono stati accordati 87 milioni di euro dai fondi del Pnrr, cui vanno sommati altri 5 milioni dalle casse comunali. Il lavoro è ambizioso: un autobus di 14 metri, completamente elettrico, e 12 chilometri di linea che da Castel del Piano arriva a Fontivegge attraverso viale San Sisto e via Settevalli. La tratta è composta in minima parte da corsie dedicate e per lo più da tratti di strada “promiscui”, dove un sistema di semafori dovrebbe garantire la precedenza del Brt sulle auto. «Così – spiega Cristina Casaioli, consigliera comunale – faremo concorrenza al trasporto privato». L’obiettivo è avere, nelle ore di punta, una corsa ogni 7 minuti. «Il Brt servirà quasi 18mila persone in un’area dove l’intensità del traffico è un problema: i dati parlano di 30mila veicoli al giorno solo su via Settevalli», spiega Casaioli. Per rifare le strade sarà utilizzato un asfalto capace di assorbire lo smog e contestualmente saranno sistemati marciapiedi, rastrelliere e pensiline. Entro il 31 dicembre 2023, fa sapere Casaioli, i lavori dovranno essere appaltati.

Lo spreco – Italia Nostra solleva forti dubbi sull’utilità di un ulteriore mezzo su ruota con costi di manutenzione notevoli. Già ora, osservano, i bus normali viaggiano semivuoti, la Ferrovia Centrale Umbra è ferma, il Minimetrò è statisticamente irrilevante e non esiste, di fatto, una rete di trasporto pubblica ben definita. Il Brt, secondo Italia Nostra, rischia di rivelarsi uno enorme spreco: basterebbe contare – osservano- le persone che attualmente prendono il bus per rendersene conto. La controproposta sarebbe rimettere a pieno regime tutti i rami locali di Fs e Fcu aggiungendo eventuali fermate per rendere il sistema tram-ferroviario il vero architrave del trasporto metropolitano locale. A porre l’accento sulla questione sicurezza, in una zona degradata come quella della stazione, è invece il comitato Progetto Fontivegge: «Per quanto questi nuovi mezzi possano essere comodi ed eco-friendly – si legge in una nota del comitato scritta da Andrea Fais e Giulietto Albioni – ci chiediamo che tipo di utenza possa frequentarli, specie in orario serale.

Via Adriatica, Ponte San Giovanni (Perugia). Il complesso di edifici noto come area ex-Palazzetti che sarà oggetto di riqualificazione grazie ai fondi del Pnrr

Ponte San Giovanni – Anche Ponte San Giovanni deve smarcarsi dalla nomea di quartiere poco sicuro. «È una piccola cittadina – dice Gianfranco Mincigrucci, presidente della Consulta dei rioni e delle associazioni – dove tuttalpiù si verificano sporadici episodi di criminalità giovanile». I ponteggiani, comunque, hanno accolto con favore la notizia del finanziamento per la riqualificazione in ottica ecologica della loro frazione: 30 milioni di euro, metà dei quali per il recupero dell’area Ex-Palazzetti. Qui, su via Adriatica, sorgono edifici spettrali, vuoti e degradati, che per 10 anni sono rimasti sotto sequestro su disposizione del tribunale di Perugia. L’impresa costruttrice era rimasta coinvolta in un’indagine per associazione mafiosa: le accuse sono state archiviate e l’area è ora dissequestrata. L’avvio dei cantieri, ha spiegato l’assessore Margherita Scoccia, è previsto tra fine 2022 e inizio 2023. Per i ponteggiani questa potrebbe essere l’opportunità di migliorare l’immagine del quartiere e risvegliare la comunità. «Serve – afferma Luca Bartoli, dell’associazione Fuori dalle Scatole – l’impegno di tutte le realtà sociali per far uscire Ponte San Giovanni dalla zona d’ombra in cui ha vissuto fino a ora».

Autore

Elettra Bernacchini

Originaria di Recanati (MC), laureata in Semiotica all'Università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di giornalismo di Perugia.