Stampa 3D, le sculture di Michelangelo rinascono in Umbria

Tancredi Boco di Made in Italy Lab: “Si usa nella meccanica industriale e da poco nella ceramica, ma la nostra regione è indietro rispetto al Nord”
Olio e vino in contenitori stampati a tre dimensioni possono diventare un valore aggiunto per l’export regionale

È alto 6 metri e 72 centimetri. Esattamente come l’originale. L’unica differenza è che il David di Michelangelo presentato all’Expo 2021 di Dubai, è una statua fatta in resina, e non in marmo di travertino. E soprattutto, non è stata scolpita da un artista. Anzi, non è stata affatto scolpita, in realtà. Perché è stata stampata, in 3D. Si tratta di una tecnica ormai diffusa da anni, con la quale è possibile stampare opere d’arte, ma anche attrezzature industriali e prodotti di consumo. Persino il cibo è stampabile in tre dimensioni. Il fenomeno è arrivato anche in Umbria: dai primi anni Duemila, a Ponte Felcino è attiva Made in Italy Lab, un’azienda nata per sostenere le imprese locali nel processo di cambiamento che la rivoluzione tecnologica ha avviato.

L’artigiano del futuro – «Le nostre apparecchiature producono oggettistica per società impegnate negli eventi e nella pubblicità» spiega a Quattro Colonne Tancredi Boco, fondatore di Made in Italy Lab. Diplomatosi cinquant’anni fa all’istituto d’arte di Perugia, Boco sa bene quanto sia importante saper coniugare la tradizione con la modernità: «Anni fa – racconta – si facevano prototipi e stampi in legno o in creta degli oggetti da produrre. Servivano lavorazioni particolari, di alta manifattura. Oggi, la qualità è rafforzata dalla tecnica. Nasce così la figura dell’artigiano tecnologico».

La saliera di Michelangelo – Come dimostra l’Expo di Dubai, la stampa 3D è un’opportunità anche per chi vuole far rivivere – e far apprezzare ad un nuovo pubblico – la storia dell’arte. Nel 1537, Michelangelo Buonarroti disegnò per la famiglia Montefeltro una saliera d’argento che fu donata dal Duca di Urbino per il matrimonio di un suo parente. L’oggetto, andato perduto da secoli, è stato ricreato grazie a Made in Italy Lab. «Due anni fa – ricorda Boco – partendo da un bozzetto dell’artista toscano conservato al British Museum di Londra, abbiamo riprodotto la saliera in argento. Con tanto di vaso in vetro e inserti in oro».

Come funziona – Nata nel 1986, la tecnica di stampa 3D ha iniziato a diffondersi prima di tutto a livello industriale. Funziona esattamente come una stampante collegata al PC di casa, quella che usiamo per riprodurre su un foglio di carta un documento Word o un Pdf. La differenza è che in questo caso le dimensioni di stampa sono 3. In lungo, in largo e in altezza. Grazie all’utilizzo del tridimensionale è possibile, tendenzialmente, stampare qualsiasi tipo di oggetto.

Questioni di costi – Fin dall’inizio, questa tecnica è stata utilizzata soprattutto in ambito industriale: «Permette – spiega Boco – di stampare in poco tempo, e a costi ridotti, singoli prototipi di ciò che poi sarà prodotto su larga scala». Grazie al 3D gli ingegneri possono valutare un primo prototipo e, se ci sono migliorie da fare, tornare al PC, effettuarle tramite un apposito software e poi ristampare. «Il tutto a costi ridottissimi. Soprattutto se paragonati alla tecniche di prototipazione tradizionali».

Olio e vino – Statue da utilizzare per un evento particolare, oggettistica per negozi e vetrine, copertine per campagne di marketing e spot pubblicitari, persino bottiglie. Non solo: «Flaconi per profumi, ma anche bottiglie per vini e olii costosi. Il loro valore aggiunto in questi casi – sottolinea Boco – è dato proprio dal packaging, dal contenitore stampato in 3D». Secondo Boco, in una regione come la nostra, ricca di prodotti oleovitivinicoli, questa tecnica può diventare un’occasione per il rilancio di un intero settore colpito dalla pandemia: «L’Umbria, purtroppo, è ancora indietro rispetto alle realtà più affermate del Nord, dove si utilizza la stampa a tre dimensioni in molti settori. Da noi siamo ancora agli inizi: la si utilizza nella meccanica industriale e da poco nelle produzioni in ceramica» conclude Boco.

Autore

Luca Bianco

Nato a Benevento il 19/12/1993. Laureato in Relazioni Internazionali e specializzato in Studi militari all'Università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.