Vaccini, Umbria da record ma resiste lo zoccolo duro no-vax

Il sociologo Segatori: «Le fake-news giocano sullo scetticismo di boh-vax»
Lo psicologo Lazzari: «Molti hanno solo paura dell'ago: il virus non si vede, la siringa sì»

Ci sono gli scettici sull’efficacia di un siero prodotto in poco tempo. Altri sono contrari da sempre ad ogni forma di vaccinazione. Alcuni sono semplicemente impauriti dalla siringa. L’identikit dipinto dal sociologo umbro Roberto Segatori ci ricorda la varietà della galassia no-vax. In Umbria, su una popolazione di quasi 900 mila persone, ben 100 mila non si sono fatti somministrare il siero. Tra questi, ovviamente, vanno contati anche quelli che non possono per ragioni di salute. Comunque, se guardiamo al dato nazionale, la regione è una delle più virtuose, con oltre l’84,5% di vaccinati tra gli over 12. Nonostante ciò, anche dalle nostre parti resta vivo uno zoccolo duro contrario al siero. Gruppi Telegram, Green Pass falsi, manifestazioni in piazza contro le restrizioni.

Super pass – In Italia la conta dei morti per Covid ha raggiunto quota 133 mila. In Umbria siamo vicini ai 1500. «Di fronte a numeri del genere, c’è poco da discutere» ci dice Segatori, seduto sul divano di casa sua a Foligno, dopo aver controllato, prima di partire con l’intervista, la certificazione verde di chi scrive. Ma quindi cosa bisogna fare? «Fa bene il governo a implementare un Super Green Pass per i soli vaccinati. Se non lo sei puoi startene a casa tua o fare una passeggiata. Ma non devi accedere a luoghi affollati. Serve più responsabilità».

Tutta colpa di Big Pharma – Di recente, la Treccani ha aggiunto al suo vocabolario il termine Boh Vax: cioè quelli “incerti sull’opportunità di sottoporsi a una vaccinazione”, secondo quanto si legge sul sito. Cittadini spesso vaccinati, ma che continuano a nutrire dubbi. È su questi soggetti che la retorica no-vax è più efficace. «Decisive sono le fake-news che girano da tempo» avverte il sociologo, che è anche editorialista sul Corriere dell’Umbria. «Quando pubblicano i miei articoli – racconta – capita spesso di ricevere messaggi di persone che mi accusano di essere un credulone. Sarei vittima della propaganda di governo sostenuta dalle case farmaceutiche: questa disinformazione può ottenere risultati concreti sull’opinione pubblica».

Colpa (anche) dei giornalisti – Lo conferma anche David Lazzari, il presidente dell’Ordine degli psicologi dell’Umbria. Raggiunto da Quattrocolonne spiega che «sui media girano molte analisi che leggono dati scientifici in maniera sbagliata. L’informazione, a volte, comunica l’idea che i vaccini proteggano le persone al 100%». Quando poi emergono casi di vaccinati contagiati, allora gli scettici si convincono che il vaccino è tutta una truffa.

Paura della siringa – Per non parlare dei casi di forte reazione avversa al siero. Eccezioni molto limitate, fisiologiche su grandi numeri. «È quello che spiego ai miei pazienti: un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce». Spesso, sul divanetto di Lazzari, si presentano persone impaurite dall’ago. «Mentre il virus è qualcosa che non si vede – spiega – la siringa è qualcosa di concreto: è per questo che molti fuggono dal vaccino. L’unica cosa che noi psicologi possiamo fargli capire è che il vaccino è protezione, non una minaccia». Quanto è importante, in questa battaglia, il vostro ruolo? «La psicologia non altera le convinzioni. Non manipola le persone. Noi aiutiamo il paziente a vedere le cose in maniera più chiara».  

Autore

Luca Bianco

Nato a Benevento il 19/12/1993. Laureato in Relazioni Internazionali e specializzato in Studi militari all'Università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.