Bitcoin, nella campagna umbra la “miniera” della moneta digitale

A Perugia una delle poche aziende italiane che “mina” criptovalute. Decine di supercomputer elaborano algoritmi senza sosta: chi investe ottiene fino a 35 euro al giorno
Il CEO Michele Busiri: "Consumi di energia eccessivi? Vero, ma grazie alla rivoluzione blockchain avremo altri vantaggi”

Immerso nel verde dell’Umbria c’è un capannone pieno di rumorosi computer, con ventole che girano costantemente per smaltire il calore che producono. Sono i “mining rig” della Novus Chain, start-up nata nel 2018 da Levita, azienda perugina attiva da anni nel settore IT. Queste particolari macchine servono a “minare” i bitcoin e le altre criptovalute. «I mining rig (questo il nome delle macchine) non sono altro che computer dall’elevatissima potenza di calcolo che elaborano continuamente algoritmi molto complessi», spiega Michele Busiri, CEO di Novus Chain: «Queste operazioni servono a criptare dati: in cambio vengono date ricompense in criptovalute». Le macchine del capannone servono a fare “cloud mining”: la ditta mette a disposizione i calcolatori della sua Mining Farm ai clienti che vogliono ricavare criptovalute senza tenere in casa una macchina apposita.

Bitcoin in soldoni – La diffusione della valuta digitale è legata a doppio filo al sistema blockchain, un metodo di cifratura dei dati praticamente inviolabile. Le informazioni immagazzinate all’interno di questa “catena di blocchi” sono protette da un algoritmo che ne rende impossibile la manomissione senza che vengano alterati tutti gli altri dati presenti nella catena. Inoltre, le informazioni contenute in essa non sono custodite all’interno di un’unica struttura centralizzata, come un server, ma sono distribuite in una moltitudine di nodi sparsi in tutto il mondo. Ed è qui che entrano in gioco i mining rig.

La questione ambientale. Nell’ufficio di Busiri, in un angolo, c’è uno di questi strani computer. «Devo tenere aperta la finestra, altrimenti moriremmo di caldo», scherza. Già, perché un aspetto collaterale del mining è che le macchine usate per questa pratica generano molto calore, oltre che consumare tantissima energia elettrica. Busiri riconosce l’importanza dell’eco-sostenibilità: «è vero, le nostre macchine sono altamente energivore, ma se la blockchain prenderà piede, si risparmieranno un sacco di risorse digitalizzando le procedure burocratiche. La settimana scorsa sono andato a Roma per firmare un atto, quanta energia ho sprecato?». Ad ogni modo la Novus Chain, per limitare il suo impatto ambientale, alimenta i mining rig con elettricità proveniente da fonti rinnovabili. «Dove abbiamo la nostra Mining Farm – spiega ancora Busiri – c’è un impianto fotovoltaico con cui produciamo quasi tutta l’elettricità di cui abbiamo bisogno. Inoltre, stiamo pensando di allestire una sede che viene riscaldata dal calore generato dalle macchine, come già fanno in Svezia».

Money, money, money – I bitcoin e le altre criptovalute fanno gola agli investitori, che puntano su questo mercato in espansione. «Tenendo accesa una macchina messa a punto dalla nostra azienda, allo stato attuale, si possono guadagnare 35 euro al giorno – spiega Busiri – in pochi mesi si ammortizza la spesa di acquisto, che può arrivare a 10mila euro». Puntare sui bitcoin significa anche scommettere su un futuro in cui le banche non saranno più indispensabili. «Il sistema decentralizzato della blockchain oltre ad assicurare una maggiore sicurezza – prosegue Busiri – permette di abbattere tutti i costi legati alle transazioni bancarie. Non a caso le criptovalute vengono spesso usate per i pagamenti internazionali business-to-business, quelli in cui le commissioni bancarie sono più costose». Ma non è tutto oro quello che luccica: nel mercato, oltre alle più famose Bitcoin ed Ethereum, esistono più di 2.000 criptovalute. Alcune di queste sono oggetto di forti speculazioni, come dimostra il caso della valuta Dogecoin, creata per gioco nel 2013 e recentemente protagonista di una fluttuazione di valore senza precedenti. Come per i Bitcoin, a scatenare gli acquisti sono stati i tweet e le dichiarazioni di Elon Musk, patron di Tesla e SpaceX, nonché influente investitore nel campo delle criptovalute.

Autore

Silvia Serafini

Nata nel 1992 ad Ascoli Piceno. Laureata in Comunicazione e culture digitali all'Università di Macerata con una tesi sul giornalismo d'emergenza. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia