Camminando per le vie semideserte del centro di Perugia di questi tempi sono pochi i negozi aperti. Le librerie, come cattedrali nel deserto, continuano a tenere aperte le loro porte. I librai da un anno a questa parte hanno ripensato il loro lavoro, hanno convertito in digitale un mestiere che è sempre stato fatto di odori, sensazioni, colori. Le insidie dell’online sono, però, dietro l’angolo.
La libreria Grimana – Rimon Issa, di origini palestinesi ma naturalizzato italiano, da più di trent’anni tutti i giorni lavorativi continua ad aprire la libreria “Grimana”. «Prima che la comprassi, era un forno. Si faceva il pane in questi locali », racconta Rimon. La mattina presto sale in sella alla sua bicicletta elettrica e da Elce arriva nel suo negozio in piazza Fortebraccio, proprio di fronte l’Università per gli Stranieri di Perugia. Le restrizioni e l’alternarsi di zona rossa, arancione e gialla hanno fortemente limitato la sua attività, ma non per questo si scoraggia.
Chiusura delle università – Libraio di vecchia generazione, sul mercato dagli anni ’70, conosce bene i segreti del suo mestiere. Seppur la chiusura delle università abbia tenuto fermi sugli scaffali le partite di libri destinate alla “stranieri”, Rimon gode di una certa rispettabilità. «Sul mercato mi conoscono tutti, è da quarant’anni che faccio questo lavoro. Sanno tutti che sono una persona affidabile e che non lascia mai debiti», sottolinea Rimon con una punta di orgoglio. Lui, infatti, è uno dei pochi a cui i fornitori abbiano permesso di mandare indietro i libri invenduti. Specializzata in linguistica e insegnamento dell’italiano come seconda lingua, la libreria ha trasferito una buona parte del suo business online. Ma traslocare sul web, e in particolare sulle piattaforme delle grandi “internet company”, significa sopravvivenza e non grossi guadagni. «Amazon prende il 15 per cento su ogni libro – racconta Rimon – più un euro su ogni copia».
I libri antichi – Anche Paolo Magionami, titolare della libreria antiquaria “Nuova Atlantide” in via dei Priori, ha provato ad andare online, ma con scarso successo. La sua specializzazione sono i libri antichi e nel suo negozio si possono perfino trovare stampe del ‘500. Sfogliando il volume del Giovan Battista della Porta Magiae Naturalis, Paolo dice: «E’ come una macchina del tempo, può portarti indietro nei secoli». La libreria antiquaria ha un catalogo online, ma quello che Paolo riesce a vendere, per pochi euro, sono soltanto i volumi iper-specialistici che non vanno più in stampa: «Purtroppo è difficile vendere i libri antichi online – constata – sono opere d’arte che vanno viste e toccate».
I fedelissimi delle Paoline – Se i clienti non vanno più in libreria, sono i librai che vanno dai clienti. Suor Daniela Tripodi, responsabile della libreria “Paoline” in piazza IV novembre, racconta come usi tutti i canali possibili per raggiungere il pubblico: «Attraverso i social, con Whatsapp, mandiamo gli aggiornamenti quotidiani e settimanali sulle nuove pubblicazioni e tutto ciò che suscita attenzione».
Lo store online delle Paoline ha un vasto catalogo tra cui scegliere.
«Da quando è iniziata la pandemia – racconta suor Daniela – non solo sono aumentate le richieste delle famiglie che cercano volumi per intrattenere i loro figli, ma c’è una grande ricerca di spiritualità». Dopotutto la pandemia, sottolinea, citando papa Francesco, «è un tempo di medicina di Dio, un tempo per riflettere, migliorare ed uscirne migliori» .