Fermo-post per l’odio in rete

Dal caso Boldrini a Liliana Segre, l'intolleranza sul web colpisce alla cieca
Quale controllo per le piattaforme social senza compromettere la libertà di espressione

La rete è diventata ormai una sorgente da cui sgorgano insulti e minacce senza filtri? L’hatespeech – insieme di espressioni che incitano all’odio – è il tema al centro dell’incontro “Il caso Boldrini: un libro che indaga l’odio in rete” presentato nell’ambito della Festa della Rete di Perugia. Ospiti del dibattito, moderato da Chiara Longo Bifano – giornalista Rai – l’autore televisivo, Matteo Grandi e Flavio Alivernini, portavoce dell’ex presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini e autore del libro “La Grande Nemica”.

Bersaglio – Nei cinque anni alla guida dell’assemblea di Montecitorio, Boldrini – oggi deputata del Pd – si è trovata al centro di attacchi politici incrociati condotti quasi esclusivamente attraverso le piattaforme web. Nel marzo 2014 un video satirico, pubblicato sul blog di Beppe Grillo dal titolo Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina? scatenò polemiche per la presenza, nei commenti, di numerosi insulti sessisti e ingiurie personali. Un altro video, postato in rete mostrava il leader della Lega, Matteo Salvini durante un comizio a Soncino (Cremona) nell’estate 2016 mentre paragonava la presidente della Camera ad una bambola gonfiabile. «Fino al 2018 il nome della Boldrini veniva puntualmente associato ad ogni reato compiuto dagli immigrati – spiega Alivernini – Il messaggio di propaganda di Salvini, circondato da uno staff di 35 esperti di comunicazione, è stato così penetrante che la gente, alla fine, ha iniziato a crederci per davvero».

Studenti e giovani hanno seguito il panel alla Sala dei Notari di Palazzo dei Priori

I target – Gli insulti in rete non si limitano solo ad un singolo soggetto pubblico ma rivelano un sentimento di intolleranza ben più ampio. Secondo il “Barometro dell’Odio” pubblicato da Amnesty International Italia in occasione della campagna per le elezioni europee del 2019 sono almeno una decina le categorie sociali divenute bersaglio di odio in rete: tra questi i rifugiati, le organizzazioni non governative e i musulmani.

Il caso Segre – A seguito di molti insulti ricevuto, alcuni dei quali a sfondo razzista, apparsi sul suo profilo Facebook, alla senatrice a vita, Liliana Segre è stata assegnata la scorta. Nell’esprimere solidarietà da parte delle istituzioni, il capo dello Stato, Sergio Mattarella ha ricordato come “l’odio e l’intolleranza sono pericoli concreti, non espedienti retorici”. «Nel momento in cui lo Stato deve proteggere una sopravvissuta di Auschwitz a causa di qualche ‘scemo’ sui social allora lei ha ragione a proporre di istituire una commissione contro l’odio, e per questo va protetta», ha rilanciato Alivernini sottolineando come anche Salvini sia vittima di hatespeech.   È giusto predisporre forme di controllo sulle piattaforme per limitare la circolazione dell’odio in rete? C’è il rischio di compromettere la libertà di espressione o il momento presente impone di intervenire? Il dibattito è aperto e potrebbe essere oggetto di approfondimenti da parte della Commissione sull’odio recentemente istituita in Parlamento.

Autore

Claudio Agrelli

Nato a Saronno (Varese) il 1° agosto 1991. Laureato magistrale in Scienze Politiche - Mass Media e Politica presso Alma Mater Università di Bologna, campus di Forlì. Giornalista praticante del XIV Biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.