Dall’Umbria l’aiuto alle vittime di guerra siriana

Felcos, associazione di comuni della regione, da oltre un anno aiuta la comunità di Damasco a risorgere dalle macerie
Massimo Porzi, direttore di Felcos, racconta l'esperienza del 2018 in Siria: «Aiutare le persone devastate dal conflitto è stata un'esperienza incredibile. E a gennaio ripartiremo»

«Ricordo due ragazzi resi inabili dal conflitto, Mahmood e Manam: lui è di Raqqa, avrà una ventina d’anni e soffre di una lesione midollare causata da un proiettile. Lei, sempre della stessa età di Mahmood, viene dal quartiere egiziano di Damasco. Nel suo caso è stata una scheggia di una bomba piazzata dall’Isis a devastarle la vita». A raccontarci queste storie è Massimo Porzi, fisioterapista del centro ausili della USL Umbria 2 e direttore di Felcos Umbria, un’associazione di comuni della regione nata nel 2007 che si occupa di promuovere lo sviluppo umano sostenibile. Un anno fa il suo primo viaggio a Damasco. Non solo bombe, però: «In Siria abbiamo conosciuto anche Massoud – racconta Porzi – un bimbo di dodici anni affetto da distrofia muscolare che aveva una sedia a rotelle non assolutamente idonea. Abbiamo capito cosa non andava, abbiamo acquistato una nuova sedia che dovrebbe arrivargli a breve».

Nuove missioni – Un modo importante per aiutare una popolazione martoriata dalla guerra come quella siriana: «Ci muoviamo basandoci sulle indicazioni dell’Undp, l’agenzia dello Sviluppo Umano dell’Onu che ha il compito di intensificare i rapporti fra Nord e Sud del mondo. Noi decidiamo dove andare a seconda delle competenze che possiamo portare. Aiutare le persone con ferite da guerra – prosegue Porzi – è stata un’esperienza incredibile, tanto che abbiamo deciso di proseguire questi rapporti con Damasco: abbiamo programmato quattordici missioni, due delle quali sono già partite, mentre la terza andrà a gennaio».

Non solo medico – Non si tratterà solo di lavorare con persone rese inabili dal conflitto: «Proveremo anche a rilanciare l’economia: stiamo attivando corsi di apicoltura, agricoltura biologica e turismo sostenibile. È giusto che queste persone vengano aiutate a far rinascere il proprio territorio: spesso – aggiunge il direttore di Felcos – non ci rendiamo conto delle implicazioni che le guerre altrui portano in Italia»

L’aiuto delle istituzioni – L’esperienza di un anno fa in Siria è stata possibile grazie al sostegno di alcune istituzioni che cooperano con Felcos, come Porzi stesso ci conferma: «Sapevamo di poter fare tanto lì proprio perché, dal punto di vista dello sviluppo fisioterapico e della riabilitazione, l’Umbria è una regione dalle potenzialità immense: proprio per questo abbiamo chiesto e ricevuto l’aiuto di realtà come l’Anci, l’Assessorato regionale alla Sanità e l’Asl 2, che hanno messo a nostra disposizione i medici e le loro competenze. Siamo partiti in quattro fra fisioterapisti e terapisti occupazionali e torneremo lì molto presto». Parola di Felcos.

Autore

Francesco La Luna

Nato a Cosenza il 30/08/1993. Laureato in Lettere Classiche all'Università della Calabria con una tesi sul giornalismo di Vincenzo Padula. Giornalista Praticante del XIV Biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.