“Le nostre vite stravolte dalla chiusura del viadotto”

Il viadotto Puleto della E45 tra Umbria e Toscana verso la riapertura: si avvicina la fine del calvario per i residenti
Tempi di percorrenza anche triplicati per lavoratori e studenti pendolari. Gravi i danni economici per i commercianti

Un grave danno per tutta la vallata – È con poche parole che può riassumersi il pensiero dei residenti e commercianti nelle aree adiacenti al tratto della strada europea E45 (link Pecori) messo sotto sequestro lo scorso 16 gennaio. Una chiusura, quella del viadotto Puleto, che ha scombussolato le vite degli abitanti e negozianti nelle zone limitrofe.

Distanze più lunghe – Fra i disagi più avvertiti durante le settimane dell’interruzione c’è l’allungamento dei tempi di percorrenza. Gianfranco, autotrasportatore, per lavoro attraversa tutta l’Italia e a causa della chiusura della superstrada impiega un’ora e mezza in più per raggiungere città del nord come Brescia e Milano. «Prima stavo poco a casa, adesso ci resto ancora di meno», dice a Quattrocolonne.

Disagi per gli studenti pendolari – Con la riapertura del Puleto
(link Giammanco), non dovrebbero esserci più disagi, ma nel frattempo li hanno vissuti i ragazzi di San Piero in Bagno, ai quali risultava difficile raggiungere le scuole di Pieve Santo Stefano, Sansepolcro o Città di Castello, dove studiano. Un’ora e mezza di viaggio senza la neve invece della normale mezz’ora. Alcuni erano costretti a seguire online le lezioni, ma c’è persino chi ha dovuto cambiare istituto scolastico.

La perdita economica –  Secondo i commercianti locali, è stata soprattutto l’economia a risentire della chiusura del viadotto, a causa del calo di visitatori. «La nostra attività si fonda su questa strada, l’unico collegamento che abbiamo. È un grosso problema per tutti». È il pensiero di Cinzia, barista di una stazione di servizio. «L’uscita obbligatoria a Sansepolcro sud – racconta – non ha portato nuovi clienti, perché i camion escono prima rispetto a dove ci troviamo noi». Molti dipendenti dell’autogrill assunti a tempo determinato hanno rischiato il posto di lavoro dopo il calo della clientela. Dello stesso avviso di Cinzia, la sua collega Monica: «Se le macchine non passano, per noi è una grossa perdita». Agli esercenti fa eco Albano Bragagni, sindaco di Pieve Santo Stefano, il Comune – in provincia di Arezzo – con poco più di 3000 abitanti nel cui territorio si trovano i piloni che si vedono nel video-denuncia diventato virale. «Le attività di servizio e ristorazione – dice – sono bloccate e i costi per viaggiare sono aumentati».

Vite in pericolo – Gli aspetti logistici ed economici non sono però gli unici che tuttora preoccupano le persone che attraversano l’E45. Fabio, camionista, fa una riflessione ancora più profonda: «Chi dovrebbe occuparsi della manutenzione (link Grazi) non lo fa. Abbiamo rischiato la morte senza saperlo».

Autore

Riccardo Ciriaco

Nato a Lamezia Terme (CZ) il 24/11/1992. Laureato in giurisprudenza all'università Roma Tre. Giornalista praticante del XIV biennio della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.