Tutto lo sport, numero per numero

Gli italiani fanno più attività fisica che in passato, ma meno che nel resto d’Europa. E calcio e palestra vanno per la maggiore

L’ultimo rapporto dell’Istat sulla pratica sportiva in Italia (presentato a febbraio 2017) ci dice che il numero di persone che fanno sport nel nostro Paese è in costante crescita, ma che resta ancora molto da fare per favorire un’attività fisica regolare tra la popolazione (tra i Paesi dell’Unione europea solo Francia e Portogallo fanno peggio di noi). La prima indagine Istat sulla materia risale al 1959, quasi sessant’anni fa: allora lo sport era un’attività per pochi (circa 1 milione 230 mila persone). A praticarla erano soprattutto maschi (il 90,8% del totale) e adulti (il 99% aveva più di 14 anni). Lo sport più diffuso era la caccia (33% del totale), seguita dal calcio con il 22,3%.

PIù videogiochi che sport. Oggi molte cose sono cambiate: nel 2016 sono 14 milioni 800mila (il 25,1% della popolazione superiore ai 3 anni di età) le persone che dichiarano di praticare uno o più sport in modo continuativo, a cui vanno aggiunti un 9,7% che fa sport in modo saltuario e un 25,7% che pratica qualche attività fisica, come lunghe passeggiate a piedi o in bicicletta. La maggioranza relativa della popolazione (39,2%), tuttavia, non fa alcun tipo di sport o attività fisica. L’attività sportiva coinvolge maggiormente i maschi rispetto alle femmine. Limitatamente agli over 24, la fascia di età 24-34 anni è quella che fa più sport in maniera continuativa, con il 39,3% dei maschi e il 24,8% delle femmine. I valori più bassi si registrano, come è normale che sia, tra gli over 65. Per quanto riguarda la fascia di età dai 3 ai 24 anni, in cui invece si pratica più sport di tutti (con picchi nell’intervallo 11-14 anni), il 5,7% del tempo libero è dedicato alla pratica sportiva. La media è di 2 ore e 13 minuti alla settimana, meno di quanto si dedica alla televisione, ai giochi e alla vita sociale. La quantità di tempo rivolto allo sport in questa fascia di età è influenzata da fattori quali la pratica sportiva dei genitori, le loro disponibilità economiche e l’accessibilità degli impianti.

Nord più attivo. Al Nord si fa più sport rispetto che al Centro-Sud: nel Nord-Est del Paese la percentuale degli sportivi continuativi tocca il 30,5%, mentre nelle regioni meridionali siamo a poco più della metà: 17,5%. L’Umbria si colloca nella fascia mediana (23%). Dati a specchio per quanto riguarda il tasso di sedentarietà, con un Nord-Est che si attesta su cifre più basse e un Mezzogiorno in cui il 52,7% della popolazione non pratica alcun tipo di attività fisica. Ancora una volta l’Umbria è nella fascia di mezzo (34,4%).

Ginnastica, che passione! Fra gli sport più praticati su base nazionale ci sono: ginnastica, aerobica, fitness e culturismo (25,2%, pari a 5 milioni 97 mila persone); calcio (23%, 4 milioni 642 mila persone); sport acquatici (21,1%, 4 milioni 265 mila persone). Per quanto concerne la pratica agonistica, occorre invece guardare i dati relativi ai tesserati al Coni (gli ultimi che disponiamo si riferiscono al 2015): a farla da padrone è il calcio (1.099.455 tesserati), seguito a distanza dalla pallavolo (374.468) e dalla pallacanestro (310.801). Dinamiche simili presenta l’Umbria, con 23.502 atleti iscritti alla Federazione italiana giuoco calcio, 6.408 alla Federazione italiana pallavolo e 5.431 alla Federazione italiana tennis. La caccia, invece, nonostante trovi in regione molti appassionati, non è più considerata dal Coni uno sport fin dal 1999, in linea con quanto deciso dal Comitato olimpico internazionale.

Autore

Elena Frasconi

Nata a Farnetta di Montecastrilli (Terni) il 28 marzo 1989. Dopo la laurea in Scienze Politiche e una borsa di studio in Comunicazione istituzionale europea all'Università di Perugia, è giornalista pubblicista dal 2013.