Binario morto

I lavori sulla Ferrovia Centrale Umbra hanno imposto la chiusura dell'intera linea, sostituendo i treni con gli autobus. Colpa di una manutenzione ordinaria troppo trascurata negli ultimi anni
L'accordo siglato da Regione Umbria, Rete Ferroviaria Italiana e Umbria Mobilità prevede cantieri per 51 milioni di euro

Il treno Roma Tiburtina-Narni Scalo dello scorso 17 ottobre ha fatto notizia per due motivi. Primo: a bordo del ‘Destinazione Italia’ c’era Matteo Renzi; secondo, il convoglio è arrivato in orario.
Al contrario del segretario del Partito Democratico, i pendolari umbri invece dal 12 settembre vedono ulteriormente cresciuti i tempi di percorrenza sulla tratta della Ferrovia Centrale Umbra (FCU). Per la prima volta in un secolo di attività, la circolazione dei treni è stata sospesa per consentire i lavori di ammodernamento della linea, e il servizio sostitutivo di autobus deve fare i conti con il traffico di auto e mezzi pesanti, in città e sulla rete stradale provinciale.

Sicurezza, giro di vite per le linee locali – Nella seduta di question time del 18 ottobre, maggioranza e opposizione del Consiglio Regionale dell’Umbria sono state d’accordo su un punto-chiave: per troppi anni l’ex FCU non ha conosciuto alcuna manutenzione ordinaria, e a questo punto la chiusura si è resa inevitabile e non più rinviabile.
Ma la scossa è arrivata più da Roma che da palazzo Donini. Dopo l’incidente di Andria del luglio 2016 (23 morti), Governo e ministero dei Trasporti hanno messo mano alla normativa. Da un lato, assoggettando all’Agenzia Nazionale sulla Sicurezza Ferroviaria (ANSF) la vigilanza non solo sulle linee gestite da Rete Ferroviaria Italiana ma anche su quelle in concessione alle Regioni. Dall’altro, offrendo per legge la possibilità alle Regioni di sottoscrivere intese per la gestione in concessione o il trasferimento della proprietà delle linee locali a Rete Ferroviaria Italiana.
Il piano per l’Umbria – RFI eseguirà dunque il restyling sui 150 chilometri della Ferrovia Centrale Umbra, un investimento da 51 milioni di euro, inserito nel Piano Operativo delle Infrastrutture.

L’obiettivo è riaprire la linea mano a mano che i lavori sulle varie tratte verranno completati. Ma finché non verrà installato il Sistema di Controllo Marcia Treno (SCMT), la FCU non avrà gli standard di sicurezza necessari a far circolare i treni alla loro massima velocità.

L’infrastruttura è condizione necessaria, ma non sufficiente, per far arrivare i pendolari in tempi più brevi nelle scuole e negli uffici. Servono anche tecnologie e impiantistica. Nella relazione annuale (2016) sulla qualità del servizio, la Direzione Regionale dell’Umbria di Busitalia segnala tra i fattori che hanno limitato la puntualità dei convogli: la riduzione di velocità sulla tratta Umbertide-Sansepolcro, l’interruzione della tratta Umbertide-Città di Castello e il limite di velocità di 50 chilometri all’ora come effetto degli aumentati standard di sicurezza richiesti dall’Agenzia per la Sicurezza Ferroviaria. Risultato: tra il 2014 e il 2016 le corse con ritardo compreso tra 1 e 5 minuti sono passate dal 39,24% al 29,8%; quelle con ritardo superiore ai 15 minuti sono cresciute dall’1,5% all’8,3%.

Autore

Andrea Caruso

Nato a Benevento il 04/02/1989. Laureato in Scienze Politiche - Relazioni Internazionali presso la LUISS "Guido Carli" di Roma. Praticante del XIII Biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.